di Luciano Assin
Israele vive sui paradossi: laica ma impregnata di spiritualità, profondamente socialista nelle radici ma con una solida economia capitalista, informale nel comportamento ma critica nei confronti dei suoi leader e detentrice di un esercito, Zahal, che oltre ai tradizionali compiti di difesa è così presente nel tessuto sociale da occuparsi anche di educazione, spettacoli, concerti e integrazione delle varie etnie che formano lo Stato.
La più famosa di queste attività collaterali coperte da Zahal è la radio, anzi le due radio che trasmettono su tutto il territorio nazionale e sono fra le più popolari di tutto l’etere: Galaz e Galgalaz. La prima è l’acronimo di Galei Zahal (le onde dell’esercito) ed è una radio generica basata soprattutto su programmi di attualità. La seconda, acronimo di Galgalei Zahal (le ruote dell’esercito), trasmette esclusivamente musica, inframmezzata da notiziari sul traffico ogni quindici minuti.
Galaz è stata fondata nel 1950 e dal 1973 trasmette 24 ore su 24 su tutto il territorio nazionale. Una delle sue peculiarità consiste nel fatto di non trasmettere pubblicità commerciali riducendo quindi di molto la possibilità di aumentare gli introiti necessari a finanziarla.
Fare parte di Galaz è considerato un ottimo trampolino di lancio per proseguire, dopo il servizio militare, nel mondo dei mass media e non a caso moltissimi giornalisti e personaggi del mondo dello spettacolo vi hanno lavorato da giovani. Non c’è da stupirsi quindi che la richiesta di essere “arruolati” in questo speciale “corpo” è molto alta: 2-3 mila richieste per 40 posti disponibili. Nella radio, i giovani soldati lavorano a stretto contatto con il personale fisso, costituito da professionisti, favorendo così un arricchimento professionale che contribuisce non poco a renderla così diversa e popolare. Fa un certo effetto vedere, durante le dirette televise, questi ragazzini in divisa, armati di microfono, farsi largo a gomitate in mezzo a colleghi più esperti e smaliziati per raccogliere le dichiarazioni di politici e celebrità varie, e tutto questo senza alcun timore reverenziale.
Il palinsesto e costituito da programmi volti a interessare il maggior numero di ascoltatori e non solo soldati di leva: molti notiziari e approfondimenti sull’attualità nella prima parte della giornata, musica e dialoghi in diretta con gli ascoltatori nel primo pomeriggio, programmi relativi ad argomenti militari, corsi universitari, un programma di due ore trasmesso il venerdì su tutte le possibilità culturali offerte nel week end ed altro. Molto ascoltato e famoso era un programma di argomento storico trasmesso una volta alla settimana e condotto dal celebre storico Michael Harsegov, deceduto recentemente.
Un altro programma mitico “kolà she ima” (la voce della mamma) è basato su conversazioni fra genitori e parenti da un lato e soldati rimasti nella base per il fine settimana dall’altro. Il programma si svolge ogni venerdì con un’unità diversa in un posto diverso del paese. Da un paio d’anni, Galaz ha intrapreso una nuova iniziativa: coinvolgere i più affermati cantanti israeliani nel comporre nuove canzoni tratte da poesie o lettere di soldati caduti durante il servizio militare.
Tutto idilliaco dunque? Assolutamente no: Galei Zahal è minacciata di volta in volta di chiusura, vuoi per un’obiettiva esigenza di tagli al bilancio della difesa, vuoi perché la radio è accusata di essere politicamente schierata a sinistra. Un’altra critica mossa alla radio “Le onde dell’esercito” è il fatto che chi esce dall’emittente dopo la conclusione del periodo di ferma si trova di fatto in possesso di un’esperienza professionale tale da avvantaggiarlo enormemente rispetto ai suoi coetanei, che saranno anche dei bravi combattenti ma si trovano ad affrontare il mondo del lavoro partendo da zero. Galaz e Galgalaz sono delle strane creature, un ibrido fa la disciplina militare e la libertà e la creatività che una radio puo’ offrire. La ricetta del loro successo è nell’aver trovato la giusta sintonia d’ascolto.