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Incertezza economica e di vita e antisemitismo crescente: sono queste le chiavi per comprendere la crescita esponenziale che il fenomeno dell’aliyà in Israele sta vivendo in questo 2014. Secondo l’Agenzia Ebraica, infatti, l’immigrazione in Israele dai Paesi del mondo è cresciuta del 55% rispetto allo scorso anno, soprattutto grazie al drammatico incremento delle aliot dalla Francia e dall’Ucraina. E si prevede anche che il numero di francesi che arriveranno in Israele entro l’anno supererà quota 5.000: un record mai raggiunto da nessuna comunità occidentale in un solo anno, e un numero impressionante, se si pensa che si tratta dell’1% degli ebrei di tutta la Francia (circa 500.000).
“Mai nella storia di Israele vi è stata una comunità ebraica di un paese occidentale che ha mandato così tanti suoi membri in Israele – ha dichiarato il presidente dell’Agenzia Ebraica Nathan Sharansky -. Non possiamo prenderci la responsabilità del fatto che così tanti ebrei e così tanti giovani francesi in generale lascino la Francia, ma il fatto che Israele sia diventata la destinazione numero uno fra i giovani ebrei francesi è la prova che riusciamo a connetterli in modo efficace allo Stato di Israele”.
Secondo i dati dell’Agenzia Ebraica, dall’inizio dell’anno 2014 sono 7.192 le persone che hanno fatto l’aliyà: un dato in crescita del 55% rispetto al 2013, in cui gli olim erano invece stati 5.092. Negli oltre 7mila non sono però compresi i 143 ebrei etiopi, la cui aliyà è organizzata direttamente dallo Stato Ebraico. E come avevamo già raccontato su Mosaico, solo nei primi 5 mesi dell’anno, i francesi erano stati 2.254, contro i 580 del 2013: +289%.
Ma l’emergenza aliyà interessa anche l’Ucraina, da cui sono arrivate 1587 persone, contro le 84 dell’anno scorso. E, vista la difficile crisi in corso nel paese, è certo che il numero degli olim è destinato a crescere.