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Prima, l’accoltellamento di un soldato israeliano di 20 anni a Tel Aviv da parte di un 18enne palestinese. Poi, poche ore dopo, alla fermata dell’autobus a Alon Shvut, insediamento ebraico in Cisgiordania a sud-ovest di Gerusalemme, un secondo palestinese ha accoltellato tre persone in attesa nell’area, usata anche dagli autostoppisti. Il bilancio di questi attacchi, avvenuti lunedì 10 novembre, è pesantissimo: una ragazza di 25enne non è sopravvissuta alle ferite, mentre un giovane di 26 anni è in gravi condizioni. Meno preoccupante il terzo colpito, un uomo di 50 anni.
Gli attacchi arrivano dopo solo pochi giorni da quelli che a Gerusalemme avevano causato la morte di un uomo e il ferimento di una ventina di persone, e due settimane dopo quello al tram di Gerusalemme, in cui erano morte una neonata di tre mesi e una donna ecuadoriana.
Almog Shiloni, 20 anni, è morto dopo essere stato accoltellato ripetutamente allo stomaco nella stazione ferroviaria di Ha Haganah, a sud di Tel Aviv
Dinamiche e bilanci degli attacchi
Il soldato israeliano rimasto ucciso a Tel Aviv si chiamava Almog Shiloni e aveva 20 anni; è stato accoltellato ripetutamente allo stomaco nella stazione ferroviaria di Ha Haganah, a sud di Tel Aviv, da un 18enne palestinese che, secondo la polizia, ha cercato di sottrargli il fucile. Si chiama Nur a-Din Hashiya e secondo la polizia, era capo profughi di Askar a Nablus, in Cisgiordania, ed era entrato illegalmente nello Stato ebraico. Fermato poco dopo l’aggressione al soldato, è stato “trasferito ai servizi di sicurezza dello Shin Bet per essere interrogato”, ha fatto sapere il comandante della polizia, Benzie Sau, sottolineando che le forze dell’ordine non avevano ricevuto nessun allerta d’intelligence specifica riguardo a un attacco.
Il responsabile dell’attacco ad Alon Hashvut, in cui è rimasta uccisa Dalia Lemkus, 26 anni – già rimasta ferita in un attacco nel 2006- , sarebbe invece Maher Hamdi al Ashlamun, 30 anni, di Hebron. Presunto affiliato alla Jihad islamica, è stato per cinque anni in prigione, dal 2000 al 2005, per aver attaccato una pattuglia israeliana, ed è stato scarcerato in base a un accordo per la liberazione da parte di Israele di detenuti palestinesi. Prima di accoltellare le sue vittime, l’uomo avrebbe tentato di investirle.
Le reazioni
Parlando ai membri del partito Likud, Netanyahu ha detto che userà tutti i mezzi disponibili per fermare i disordini che da settimane si verificano a Gerusalemme est, nel nord di Israele e a Tel Aviv. Parlando al Likud, il primo ministro ha anticipato il varo di nuove misure, inclusa le demolizioni delle case degli agitatori. E ha “invitato” gli arabi israeliani protagonisti delle manifestazioni di protesta a considerare la possibilità di trasferirsi in Cisgiordania o nella Striscia di Gaza. “Credetemi, non vi creeremo difficoltà in questo cammino”.
Il portavoce di Hamas all’estero, Hussam Badran, citato da Ynet, ha definito l’accoltellamento del soldato a Tel Aviv una “risposta all’esecuzione di Kafr Kana (villaggio dove fra venerdì e sabato l’esercito israeliano ha ucciso un giovane arabo israeliano che si era opposto all’arresto, ndr) da parte della polizia israeliana, con il sostegno della leadership politica di Israele”. E ha “benedetto” l’aggressione, “un passo benvenuto nella giusta direzione che mostra la tenacia del nostro popolo nel resistere all’occupante e lottare contro i suoi crimini ad Al-Aqsa e a Gerusalemme”.
Hamas-Fatah: cresce la tensione
Tutto ciò avviene in un clima di crescente tensione fra le due forze palestinesi, Hamas e fatah. Già la settimana scorsa, alla vigilia della visita di Federica Mogherini nel suo nuovo ruolo di responsabile della politica estera dell’Unione europea, una decina di bombe avevano preso di mira le case e le auto di membri di al Fatah, il partito del presidente palestinese Abu Mazen, che ha accusato dell’azione Hamas e, attraverso un portavoce, lo ha definito “con l’Is, le due facce della stessa medaglia”. Accuse che il movimento islamico ha respinto, condannando a sua volta gli attentati.
Domenica 9 novembre, poi, Fatah ha annunciato l’annullamento delle commemorazioni per il decennale della morte di Arafat a Gaza.”Dopo le esplosioni e gli attacchi – ha detto il portavoce di Fatah, Fayez Abu Eita – Hamas ha fatto sapere di non poter garantire la sicurezza dei festeggiamenti”.