Sono passati due anni dal terribile attentato perpetrato da Mohammed Merah, che a Tolosa ha causato la morte di quattro ebrei – di cui tre bambini -. Ma non c’è giorno che in Francia non si segnalino episodi di antisemitismo: un fenomeno, questo, che ha portato a una crescita esponenziale dell’aliyà verso Israele da questo Paese, e che porta la comunità ebraica locale ad avere ogni giorno paura per la propria incolumità.
Questo il contesto che ha portato il Conseil représentatif des institutions juives de France (CRIF) a organizzare mercoledì 19 marzo una grande manifestazione sul tema “Basta odio contro gli ebrei! Contro l’antisemitismo e per la fratellanza repubblicana”. Migliaia di persone si sono riunite nella Piazza del Trocadero a Parigi e nei centri di altre città (fra cui Lione e Bordeaux) per esprimere la propria preoccupazione e il proprio dissenso nei confronti di sentimenti ed episodi sempre più antisemiti e intolleranti. Si pensi solo a tutto il caso “quenelle” e Dieudonnée scoppiato proprio in Francia.
“La Francia non dimenticherà mai questo terribile mese di marzo del 2012, che ha visto l’assassinio di tre militari francesi e di quattro ebrei francesi, di cui 3 bambini, uccisi perché ebrei – ha dichiarato il ministro degli interni Manuel Valls a una cena del Crif a Tolosa -. Queste sofferenze ci impongono di non abbassare mai la guardia”. Il ministro ha poi parlato della pericolosità di “virulento antisemitismo camuffato da antisionismo di facciata”.
Tutto ciò accade solo un mese prima dell’uscita nelle sale cinematografiche francesi del film”24 jours” di Alexandre Arcady (a destra la locandina del film), dedicato all’affaire Ilan Halimi, il giovane ebreo di 21 anni rapito e torturato a morte dalla cosiddetta “banda dei barbari”, capeggiata da Youssouf Fofana. “Se non fermiamo queste parole che uccidono e che distruggono la società ci saranno altri Ilan Halimi”, ha commentato il ministro Valls.