di Naomi Stern
Il sindaco di Ankara, Melih Gokcek – rieletto l’anno scorso nonostante le accuse di brogli da parte dell’opposizione -, ha di recente dichiarato che dietro al massacro dei giornliasti di Charlie Hebdo di settimana scorsa ci sarebbe il Mossad. E anche la strage di Parigi al supermercato kasher, che ha provocato la morte di quattro ostaggi ebrei, sarebbe stata opera dei servizi segreti israeliani.
Il Sindaco, noto per le sue dichiarazioni incendiarie e per le numerose gaffe, in un incontro con i giovani iscritti al partito di cui è un onorevole esponente, l’AKP del presidente Erdogan, ha esposto le sue opinioni riguardo alla strage. Secondo Gokcek gli israeliani sarebbero scontenti perché il parlamento francese ha di recente preso posizione per il riconoscimento dello stato palestinese. “Per questa ragione, è chiaro che dietro questo tipo di incidenti ci sia il Mossad!”.
Un genere di dichiarazione simile non può ritenersi un fatto isolato nella Turchia attuale, dove il linguaggio antisemita sta evolvendosi e infiltrandosi in ogni media. Secondo una ricerca, infatti, gli ebrei sono il gruppo più bersagliato da discorsi d’incitamento all’odio da parte dei media turchi.
Lo studio condotto dal “Middle East Media Research Institute” (MEMRI), ha scoperto che questi attacchi stanno diventando sempre più comuni, specialmente all’interno dei media più islamisti. Il quotidiano “Yeni Akit” sostenitore del partito AKP è il capofila delle testate che incitano all’odio, seguito da un altro giornale islamico, il “Milli Gazett”.
La ricerca, riportata dal “The Times of Israel”, si basa su uno studio della fondazione turca “NGO Hrant Dink”, che ha esaminato i discorsi di incitamento all’odio nei media del Paese. Ne emerge un aumento dei discorsi di incitamento all’odio, soprattutto negli articoli di opinione che, 130 volte su 246, mirano gli ebrei.
Anche gli armeni e i cristiani entrano in questa triste classifica. Rispettivamente con 60 discorsi contro i primi e 25 contro i cristiani.
Il Direttore del MEMRI’s Turkish Studies, Rachel Sharon-Krespin, ha detto al famoso quotidiano israeliano che i discorsi minacciosi o d’incitamento all’odio costituiscono “generalizzazioni, pregiudizi e animosità contro un gruppo di persone o singoli, che diventano bersaglio a causa dell’etnia, della religione, della razza o del sesso.” Rachel Sharon-Krespin ha aggiunto che “gli esempi di antisemitismo si possono trovare quasi ogni giorno nei media turchi “. Un esempio antisemitismo diffuso si può trovare anche all’interno del social network più famoso al mondo: Facebook.
“I nemici più accaniti e feroci dell’Islam sulla Terra sono gli ebrei…” ha detto l’Imam Mehmet Sait Yaz durante un discorso del luglio 2014 pronunciato a Diyarbakir.
“Gli ebrei e i cristiani non accetteranno mai nessuno a meno che non si sottometta alla loro religione. Gli ebrei hanno infranto tutti gli accordi della terra e hanno ucciso 17 dei loro profeti. E io qui dichiaro: Tutti gli ebrei che hanno preso in mano le armi per assassinare i musulmani devono essere uccisi, e Israele deve essere cancellato dalla carta geografica! E sarà spazzato via con l’aiuto di Allah!“.
Il legislatore del partito AKP ha definito questo discorso come “magnificent speech” e l’ha pubblicato sulla sua pagina Facebook.
Tornando agli avvenimenti di settimana scorsa, emergono nuove dichiarazioni da parte del primo ministro turco Ahmet Davutoglu che ha dichiarato ai giornalisti televisivi: “Netanyahu ha commesso crimini contro l’umanità come quei terroristi che hanno compiuto il massacro di Parigi”. Il riferimento è all’attacco israeliano del 2010 a una nave turca, la Mavi Marmara, che cercava di entrare illegalmente
Affermazioni, quelle del primo ministro turco, che faranno sicuramente discutere e che porteranno ad un aumento dei discorsi antisemiti e carichi d’odio che già pullulano nel panorama dei media turchi.