di Anna Lesnevskaya
Nel secondo anniversario del massacro all’Hyper Cacher del 9 gennaio 2015 Parigi e la sua comunità ebraica hanno ricordato le vittime dell’attentato islamista. Più di 2000 persone hanno partecipato a una cerimonia d’omaggio organizzata dal Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche della Francia (Crif) nella serata del 9 gennaio proprio davanti al luogo della tragedia.
Sotto un tendone allestito dal Crif tutti i partecipanti hanno potuto lasciare una scritta nei registri destinati alle famiglie delle vittime e accendere una candela in memoria delle quattro persone rimaste uccise: Yohan Cohen, 23 anni, giovane impiegato all’Hyper Cacher, Yohav Hattab, 21 anni, figlio del rabbino di Tunisi, che rimase ucciso nel tentativo di fermare il terrorista, Philippe Braham, 45 anni, dirigente presso una società di consulenza informatica e François-Michel Saada, 64 anni, dirigente in pensione che si preparava a partire per Venezia per festeggiare i sessant’anni di sua moglie. Il terrorista islamista Amedy Coulibaly prese in ostaggio 29 persone al supermercato kasher della Porte de Vincennes, all’est di Parigi, proprio alla vigilia dello shabbat. Dopo quattro ore d’assedio fu abbattuto dalle forze speciali francesi.
All’inizio della serata d’omaggio, le massime autorità ebraiche della Francia, il presidente del Crif, Francis Kalifat, il presidente del Consistoire, Joël Mergui, e quello del Fonds social juif unifié (Fsju), Ariel Goldmann, hanno ricevuto le famiglie delle vittime, gli ex ostaggi e numerose personalità politiche per una breve e sobria cerimonia. Tanti i personaggi di spicco presenti, tra cui l’ex premier Manuel Valls, il ministro dell’Interno Bruno Le Roux, il sindaco di Parigi Anne Hidalgo e il candidato del centro destra alle presidenziali del 2017, François Fillon.
I famigliari delle vittime sono stati invitati ad accendere una candela, insieme ai rappresentanti politici e religiosi. Dopodiché è stata accesa una candela in memoria di tutte le vittime del terrorismo. Il presidente del Crif ha ricordato nel suo discorso anche i quattro ventenni allievi ufficiali, uccisi nel corso dell’attentato col camion dell’8 gennaio a Gerusalemme.
Francis Kalifat ha detto poi che dopo l’attentato dell’Hyper Cacher tutta la Francia è stata bersagliata dal terrorismo islamista, e quindi tutta la nazione deve far fronte a questa minaccia. “Noi, ebrei francesi, ritroviamo poco a poco il nostro posto nella comunità nazionale, – ha scritto Kalifat qualche giorno prima sul principale giornale della comunità ebraica francese, Actualité Juive. – Eravamo vigili e preoccupati e lo siamo ancora. Le nostre vite non sono diventate più spensierate. Siamo lucidi e sappiamo che rimaniamo bersagli prescelti per i terroristi islamisti. Almeno, non lo siamo più nell’indifferenza”.
Alla fine della cerimonia riservata, il rabbino capo di Francia, Haïm Korsia, ha recitato il salmo 121, seguito dal kaddish e da una preghiera per la Francia. La cerimonia si è conclusa con un canto collettivo della Marsigliese.
Un’altra cerimonia d’omaggio si è svolta il 5 gennaio e ha visto la partecipazione del sindaco di Parigi Anne Hidalgo, accompagnata dal ministro dell’Interno Bruno Le Roux. Hyper Cacher è stata una delle tappe percorse dal corteo delle autorità attraverso i luoghi degli attentati del gennaio 2015, compresa anche l’ex redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo, dove il 7 gennaio i fratelli Kouachi uccisero 11 persone.
Come altrove, davanti all’Hyper Cacher si è svolta una cerimonia sobria e lontana dalle telecamere, durante la quale le autorità francesi hanno deposto una corona di fiori e, insieme ai parenti delle vittime, si sono raccolte per un minuto di silenzio, ricordando le vittime dell’attentato.
Oggi l’Hyper Cacher, completamente rinnovato per cancellare il ricordo di quel pomeriggio d’orrore, pullula nuovamente di clienti. Lo striscione con la scritta “Happy Hanukkah” in una vetrina parla del ritorno alla normalità. Ma la presenza dei militari vicino agli esercizi commerciali kosher, scuole ebraiche e sinagoghe ricorda che la quotidianità è cambiata. I presidi fissi dell’esercito sono stati sostituiti ormai dalle pattuglie mobili. Ciò è legato alla minaccia terroristica che da due anni incombe su tutta la Francia, mettendo a dura prova le forze dell’ordine.
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