di Paolo Castellano
Il governo d’Egitto ha approvato un piano di 2.2 milioni di dollari per restaurare una sinagoga di 160 anni situata nella città di Alessandria per metterla a disposizione della comunità locale composta da 18 membri ebrei iscritti ad essa.
Diversi mesi fa la sinagoga, che fu edificata nel 1850, è stata costretta alla chiusura dopo la caduta del soffitto su alcune donne che stavano pregando all’interno del luogo sacro.
Come riporta Ynet News, il ministero egiziano per i beni culturali ha annunciato che ha intenzione di raccogliere un tesoretto per rinnovare la sinagoga Eliyahu Hanavi ad Alessandria. L’intervento architettonico costerà intorno ai 2.24 milioni di dollari, il capo del dipartimento delle antichità copte e islamiche, al-Saeed Helmy Ezza, lo ha comunicato al quotidiano Al-Masry Al-Youm.
Il restauro, secondo Ezza, comprenderà anche un intervento architettonico alla struttura e i lavori incominceranno quando la commissione del ministero composta da alcuni esperti approverà il progetto.
Ezza ha poi dichiarato che sebbene la legge imponga il costo del restauro alla comunità ebraica, si è però deciso di stanziare 2.2 milioni dollari per il progetto.
La sinagoga Eliyahu Hanavi ospita più di 700 posti a sedere ed è considerata una delle più grandi sinagoghe in tutto il Medio Oriente. Inoltre è l’ultima sinagoga rimasta attiva ad Alessandria, che una volta era la casa di 50mila ebrei. Oggi si stima che il numero di ebrei residenti in tutto l’Egitto sia intorno alle 50 presenze.
Quando la sinagoga fu costruita nel XIX secolo, Alessandria aveva una prolifica comunità ebraica. Fino al 1930 la città ospitò più di 20mila ebrei.
Attualmente la comunità alessandrina è composta solo da 18 membri. Si sta dunque provando con impegno a mantenere attiva la sinagoga e a permettere ai fedeli di rispettare la propria religione.
