di Davide Foa
Un uomo alto e robusto, capace di sopravvivere a nove coltellate: questo è Nathan Graff, “il nostro eroe” come lo chiama la moglie. Siamo andati a trovarlo a casa sua, a poco più di una settimana dal quel tragico evento che ha sconvolto la comunità ebraica intera e non solo.
Rientrava a casa dal lavoro, come ogni sera; all’improvviso un uomo, dopo averlo rincorso per qualche metro, lo attaccò alle spalle con un coltello, colpendolo prima al volto, quindi infierendo sul resto del corpo nel momento in cui Graff, perso l’equilibrio, si ritrovò per terra. Le urla delle persone in strada e specialmente l’intervento di uno studente israeliano, Samuel Gannon, come ci racconta la signora Graff, hanno messo in fuga l’attentatore, di cui ancora non si conosce l’identità né il movente.
Come sta oggi Graff, fisicamente e mentalmente?
“Non ha ancora le forze per uscire a lungo”, afferma la moglie, “siamo usciti mercoledì dall’ospedale e venerdì siamo andati a fare la medicazione. Si sta riprendendo, le conseguenze morali ed emotive spunteranno più tardi. Ora è circondato dal calore della famiglia e della Comunità, che da giovedì sera ci sta trasmettendo un calore e un amore incredibile: sapevo che la Comunità di Milano era speciale ma non pensavo fino a questo punto…”
Cosa ricorda di quel momento?
“Tornavo dal lavoro, sono sceso dal taxi all’altezza del numero 10 di via San Gimignano. Quando mi sono girato ho visto un uomo che correva verso di me, non pensavo volesse attaccarmi ma così ha fatto: ha iniziato dal volto, ferendomi dal labbro fino all’orecchio. E’ stato un minuto e mezzo di terrore. C’era gente in strada e sui balconi, ma aveva paura ad intervenire, così molti hanno iniziato ad urlare per far scappare l’aggressore”.
Miracolosamente nessuna delle coltellate ha raggiunto organi vitali.
“Sento di aver ricevuto una nuova vita in regalo”, afferma Graff, “ed io mio marito di nuovo”, dice la moglie.
Si sa qualcosa in più sull’attentatore e sul movente?
“La Digos sta lavorando non-stop, siamo sicuri che lo troveranno. Non sappiamo se sia arabo o meno, sicuramente è un antisemita”.
Cosa ne pensa della manifestazione “con la kippà” organizzata martedì scorso davanti a Carmel?
“Sono molto fiero e contento della manifestazione, è stato un gesto molto caloroso – spiega Nathan -. In generale, sentiamo la solidarietà da parte di tutti, ebrei e non, dai dottori dell’ospedale ai vicini di casa”.
“Riceviamo un supporto costante da parte di tutti –prosegue la moglie – ogni giorno siamo invasi da amici… e giornalisti”, ci dice con un sorriso.
Con un semplice messaggio su Whatsapp, da Roma è partita una raccolta fondi per permettere alla famiglia Graff di superare il momento difficile. (info a fine articolo)
Come crede debbano comportarsi gli ebrei, considerato il clima difficile degli ultimi tempi?
“Bisogna abbassare un po’ il profilo. Fare attenzione alle nostre anime è una mizvà: è necessario proteggersi. Non per questo cambierò il mio modo di essere, continuerò ad andare in giro come ho sempre fatto, senza nascondere la mia ebraicità”.
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Questo il messaggio per la raccolta fondi:
Al fine di garantire una tranquilla convalescenza sperando che questo gravissimo episodio diventi solo un lontano e brutto ricordo, abbiamo pensato di aprire una sottoscrizione in favore di Nathan Graff.
Confidando in una partecipazione massiva, vi elenchiamo le differenti possibilità:
1 – Attraverso post pay conto n. 402306009035506530 intestata a Claudia Sermoneta;
2 – Per i romani versando direttamente a Claudia Sermoneta c/o il suo negozio di Piazza Venezia;
3 – Per i milanesi c/o Eretz,Kosher Paradise,Denzel,Re Salomone,Mycafè,Tuv Taam.
Kol Israel è anche questo, “kol Israel arevim zè la zè”
Grazie, Gianluca Lanternari Claudia Sermoneta Manuel Ascoli Alex Zarfati Afshin Kaboli