Il 17 gennaio si è celebrata a Roma la Giornata per il Dialogo tra cattolici ed ebrei, un’iniziativa nata nel 1990 per volontà della Conferenza Episcopale Italiana.
All’incontro svoltosi nella Città del Vaticano. Erano presenti frag li altri anche il rabbino Giuseppe Laras, e il rabbino capo Riccardo Di Segni.
Nella misura in cui si rafforza il dialogo tra cattolici ed ebrei, «si allontana e si indebolisce il rischio dell’antisemitismo» ha detto Laras, presidente emerito dell’Assemblea Rabbinica Italiana, che ha anche sottolineato l’importanza che riveste la Giornata per il Dialogo per il mondo ebraico. Nel corso di un’intervista alla Radio vaticana Laras ha detto infatti che “la Giornata del 17 gennaio è un’iniziativa della Chiesa cattolica,che ha promosso alcuni anni fa proprio per cercare di rendere più semplice e più importante il dialogo ebraico-cristiano. Quindi, in occasione di questa data, ci sono degli incontri tra ebrei e cattolici e si riflette soprattutto su questioni che possiamo affrontare insieme, come il perseguimento della pace, della comprensione reciproca, dopo duemila anni di incomprensioni e di cose molto negative”. Si tratta perciò, ha detto ancora Laras, di “una data che il mondo cattolico in particolare attende con molta attenzione ed ansia, come anche il mondo ebraico, perché nella misura in cui questo dialogo si rafforza, si allontana e si indebolisce il rischio dell’antisemitismo”.
L’iniziativa prevede che ogni anno si affronti una discussione dedicate ad uno dei Dieci Comandamenti; tema di quest’anno è “Non uccidere”. “L’imperativo a non uccidere – ha osservato Laras – è un imperativo che, al di là dell’appartenenza all’una e all’altra religione, è molto importante per l’uomo: rispettare la vita umana, onorare la vita umana nella sua sacralità, nella sua unicità. Quindi, questo è un tema che bene si presta ad essere trattato nel nostro tempo, in cui in tutto il mondo il rispetto per la vita umana è piuttosto trascurato e violato”.
Il rabbino Capo Riccardo Di Segni è intervenuto per sottolineare, fra le altre cose, come oggi come oggi l’atmosfera tra ebrei e cristiani sia tranquilla. “speriamo continui così – ha detto; si sta in un momento storico di pacata riflessione. Ogni tanto questi rapporti vengono un pò turbati da incidenti o da retromarce e speriamo che non ci siano, ma certo, devo dire, che non si tratta nemmeno di una fase entusiastica dei rapporti”.
Sempre Di Segni, intervenuto a margine di un convegno alla Camera dei Deputati promosso per l’occasione, ha osservato che per migliorare i rapporti fra ebrei e cristiani non è tanto necessario “compiere dei gesti” quanto piuttosto di creare una “continuità”, “di investire delle risorse, di chiarire dei problemi di fondo. Ci sono tanti punti scoperti che vanno da problemi ideologici fondamentali a questioni di interpretazione della storia come quella di Pio XII che è un problema di non poco conto dal punto di vista simbolico”.
“Bisogna lavorare di più – ha detto ancora il rabbino – cercare di capire quali sono gli obiettivi comuni. Ad esempio, è stato importante il segnale che ha mandato il rabbino capo di Inghilterra Jonathan Sacks quando è venuto a Roma per parlare con il Papa. Ha detto che abbiamo da dire qualcosa anche sui problemi di fondo che scuotono la sensibilità pubblica e l’economia. In questo senso, c’è una strada da percorrere insieme”.