Il minuto di silenzio di Milano e i ringraziamenti palestinesi a Jacques Rogge

Italia

Alla vigilia della cerimonia di inaugurazione dei Giochi Olimpici di Londra, Milano ha osservato un minuto di silenzio in ricordo delle 11 vittime israeliane dell’attentato di Monaco del 19172. L’Associazione Amici di Israele, giovedì 26 luglio, ha organizzato infatti in Piazza della Scala un sit-in di fronte a Palazzo Marino. In piazza, bandiere d’Israele e sassolini come prevede l’usanza ebraica. A rappresentare la Comunità ebraica di Milano c’erano il vicepresidente della Comunità, Daniele Cohen insieme a Daniele Nahum. Presente inoltre il regista e consigliere comunale Ruggero Gabbai insieme al sindaco Giuliano Pisapia.

Nel settembre del 1972 il CIO non volle interrompere le gare dei Giochi Olimpici;  oggi ancora il CIO non vuole dedicare un minuto di silenzio alle vittime di quella terribile strage e ai loro parenti. Una scelta che persino il Comitato Olimpico Libico  ha criticato, ma che ha trovato invece il plauso di quello palestinese.

Secondo Jibril Rajoub, presidente del Comitato Olimpico Palestinese, commemorare gli undici atleti israeliani uccisi a Monaco nel 1972, sarebbe stato un atto di razzismo, si legge su “The Times of Israel”.  In una lettera inviata martedì 25 luglio Rajoub ha ringraziato il presidente del CIO, Jacques Rogge, per aver rifiutato di osservare il minuto di silenzio chiesto da Israele. “Lo sport è un ponte per l’amore, la comunicazione e la diffusione della pace fra nazioni e non deve essere utilizzato per la divisione e la diffusione del razzismo” avrebbe scritto Rajoub. In una intervista rilasciata il giorno prima lo stesso Rajoud aveva dichiarato che la squadra olimpica palestinese sarebbe stata anche “disposta ad affrontare le provocazioni israeliane” – riferendosi alla richiesta di Israele di un minuto di silenzio durante la cerimonia del 27 luglio. Subito dopo ha aggiunto: “lo sport in Palestina è un mezzo per raggiungere gli obiettivi nazionali”, ovvero “uno strumento di lotta per presentare la causa palestinese”.