La pace si scrive anche sui muri

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Per le strade di Shiraz, una delle più importanti città iraniane, si vedono strani disegni, anzi “strane” scritte: sono quelle che in ebraico, in inglese e in farsi, dicono “no alla guerra”.

I graffiti sono stati realizzati dagli attivisti iraniani del progetto israelo-iraniano TehTel (l’acronimo sta per Teheran, Haifa, Tel Aviv) e si trovano presso una stazione degli autobus, sul muro di cinta della scuola maschile Farabi e sulle pareti di due edifici della città. Benchè questi “messaggi” contro la guerra siano frutto di uno sforzo comune, di cittadini israeliani e iraniani, sono questi ultimi che si assumono i maggiori rischi, spiega Yoni Shadmi, ricercatore dell’università di Haifa” e attivista di TehTel. I graffiti in Iran infatti sono proibiti, e sono per noi il simbolo del coraggio del popolo iraniano, specie di quelli che nel cuore della notte sono andati per le vie della città a scrivere sui muri “no alla guerra”. I graffiti e soprattutto la rete TehTel – spiega ancora Shadmi, sono anche l’espressione concreta della possibilità per il Medio Oriente di creare alleanze e collaborazioni che vanno al di là di quel che decidono i governi. “A dispetto di ciò che i nostri governi fanno e dicono, noi cittadini possiamo lavorare insieme superando le frontiere delle politica e degli Stati. Siamo grati agli attivisti “responsabili” dei graffiti apparsi sui muri di Shiraz, e a tutti gli altri che continuano a lavorarci”.