Nella notte sono proseguiti pressocchè ininterrotti i lanci di missili da Gaza verso tutta l’area meridionale di Israele.
L’IDF ha comunicato di aver colpito il ministero dell’interno palestinese a Gaza.
Nelle prime ore di questa mattina notizie contrastanti: secondo alcune fonti il ministro della Difesa Ehud Barack non escluderebbe un’offensiva via terra, mentre Netanyahu, si legge su Haaretz, avrebbe detto che gli attacchi israeliani su Gaza potrebbero terminare in giornata durante la visita prevista del primo ministro egiziano.
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240 razzi sparati da Gaza su Israele in due giorni, 105 intercettati dal sistema di difesa degli Iron Dome.
L’IDF intanto ha chiamato all’appello 30.000 riservisti, mentre in serata due dei missili sparati dalla Brigate di Al-Qassam, hanno raggiunto Tel Aviv, dove sono suonate le sirene di allarme. Era dal 1991, dall’epoca della Prima guerra del Golfo che non accadeva.
I due razzi che hanno raggiunto la capitale economica del paese e che fortunatamente sono finiti uno in mare, davanti a Jaffa, l’altro in un’area disabitata, erano di fabbricazione iraniana.
Durante la giornata tre civili israeliani sono stati uccisi nel corso degli attacchi che da Gaza hanno colpito le città di Ashdod, Beer’sheva e Kiryat Malachin.
L’Ansa riporta che le fonti della sicurezza interna israeliana hanno fatto sapere che dopo l’esplosione a Tel Aviv è collassata parte della rete di telefonia mobile e che il ministero della Sicurezza nazionale ha invitato la popolazione a chiudersi nei rifugi qualora le sirene d’allarme tornassero a suonare.
I militanti palestinesi “pagheranno il prezzo per il lancio dei razzi contro Israele”, ha affermato il ministro della Difesa dello Stato ebraico Ehud Barak, citato da Al Arabiya.
Ma Hamas non sembra intezionato a fermare l’offensiva. Un portavoce di Hamas, Fawzi Barhoum, citato dall’iraniana Press Tv ha dichiarato che se “l’aggressione di Israele continuerà, le brigate al Qassam e Hamas attaccheranno gli israeliani, i soldati e i politici. Una pioggia di razzi si riverserà su di loro”.
Intanto l’autorità per le trasmissioni radio-tv israeliane sta preparando proogrammi di emergenza prima dello Shabbat. I canali di educational trasmettono programmi per tranquillizzare i bambini.