La crisi che sta colpendo in questi giorni l’Ucraina ha non poche ripercussioni sulla popolazione ebraica locale. La sinagoga Giymat Rosa, ad esempio, situata a Zaporizhia, a 250 km a sud-ovest di Kiev, è stata danneggiata da bombe molotov scagliate contro di essa da ignoti. Nessuno è stato ferito nell’attacco, ma è rimasta danneggiata la facciata della balconata.
Come è noto, da novembre l’Ucraina è oggetto di violente dimostrazioni popolari, culminate oggi con la destituzione del presidente Viktor Yanukovych. In questi mesi, le comunità ebraiche hanno rafforzato la propria sicurezza: alcune hanno addirittura sospeso le attività.
La popolazione ebraica in Ucraina conta circa 200.000 persone in tutto il Paese, lamaggior parte delle quali vivono a Kiev, e in altre comunità minori, come Odessa, Lvov, e Dnepropetrovsk. Durante i 70 anni di regime comunista, i raduni e le organizzazioni ebraiche erano proibite, ma dopo il collasso dell’Unione Sovietica, le istituzioni ebraiche hanno cominciato a svilupparsi, trasformando la comunità ebraica in una delle più popolose e attive al mondo.
In sua difesa si sta muovendo anche l’Agenzia Ebraica, che si prepara a offrire in tempi brevi assistenza alla comunità ebraica locale, come annunciato dallo stesso presidente dell’Agenzia, Nathan Sharansky.
“La comunità ucraina, che conta circa 200.000 persone, è una delle più vibranti del mondo – ha dichiarato -, che conta decine di organizzazioni e istituzioni ebraiche molto attire. Gli eventi recenti hanno dimostrato che dobbiamo rafforzare le misure di sicurezza di queste realtà. Abbiamo una responsabilità morale nei confronti della sicurezza degli ebrei ucraini”.
L’assistenza immediata verrà fornita dall’Agenzia Ebraica tramite il Fondo per l’assistenza di emergenza, creato a seguito dell’orribile attacco alla scuola ebraica di Tolosa, nel marzo del 2012, in cui furono uccisi 3 bambini e 1 insegnante.
Ora il Fondo verrà ristabilito, per venire in aiuto agli ebrei ucraini.