di Davide Foa
“Stavo guardando alla televisione la partita del Maccabi Tel Aviv contro il Kiryat Shmona e per tutto l’incontro si poteva sentire solo un coro: ‘Salim Tuama è un terrorista’. Ero lì, seduto con la mia famiglia e i miei amici, molti dei quali ebrei, e non sapevo come comportarmi, come reagire; è una vergogna”.
Queste le parole di Selim Tuama, cittadino arabo israeliano e centrocampista del Bnei Lod, riportate in un articolo pubblicato da Ynet News.
L’ex giocatore del Hapoel Tel Aviv, storica rivale del Maccabi, ha deciso di dire la sua e di raccontare la propria esperienza, denunciando una situazione che, secondo la sua testimonianza, si ripete da parecchio tempo.
“Hanno cantato il coro contro di me per anni e anni, ripetendolo ad ogni partita del Maccabi. Finalmente un arbitro, Liran Liani, ha riportato il fatto sul suo verbale. Perché hanno aspettato fino ad ora?” commenta Tuama, e al presidente del Maccabi, che aveva definito i cori indegni ma non razzisti, risponde così : “Se questo non è razzismo, allora cos’è?!”.
Infatti, solo poco tempo fa, la Israel Football Association ha richiamato la società del Maccabi Tel Aviv per il comportamento di alcuni suoi tifosi, colpevoli di aver intonato cori razzisti durante la sfida contro l’Hapoel Haifa, arbitrata appunto da Liani.
Tuama si scaglia contro il silenzio che per anni ha circondato il razzismo negli stadi israeliani con una critica che non si rivolge solo agli alti organi istituzionali: “dov’è finita l’unione tra i calciatori? Sembra che si sia spenta così, all’improvviso. Il razzismo sta coinvolgendo il nostro calcio; è giunta l’ora, per noi giocatori, di fare qualcosa: dobbiamo sradicare questo fenomeno”.
Israele, Italia, Francia, Spagna e l’elenco potrebbe continuare per un bel pezzo; tanti sono i paesi in cui lo sport viene spesso a contatto con la piaga del razzismo. L’appello di Tuama potrebbe tranquillamente risuonare negli stadi di mezzo mondo, e perché no magari anche alle orecchie del presidente della FIGC, Carlo Tavecchio, famoso per le sue uscite in merito ai calciatori extracomunitari.
Difficilmente sarà possibile trovare una soluzione definitiva al problema, per il momento accontentiamoci delle belle parole di un tifoso del Maccabi in una lettera indirizzata a Tuama: “Ti ho sempre ammirato come giocatore e ti considero un esempio per il calcio israeliano. Ogni volta che sento cantare quella canzone mi vergogno profondamente, ti chiedo scusa anche a nome della maggior parte dei tifosi del Maccabi.”