Forse pochi lo sanno, ma il 25 agosto ricorre il sessantesimo anniversario dello sterminio degli ebrei di Tyktin.
Tyktin è una piccolissima città della Polonia; oggi in realtà si chiama Tykotzin ed è niente più che una piccola cittadina polacca, priva di qualsiasi attrattiva se non un belvedere. Se non fosse per la bellissima sinagoga, oggi trasformata in museo, nessuno saprebbe che un tempo Tykotzin era abitata da ebrei. Oggi di ebrei non ce ne sono più. Non ce ne sono più dal 1941, da quando i nazisti occuparono il villaggio e sterminarono l’intera popolazione ebraica.
Gli abitanti di Tyktin, però, non avevano simpatia per gli ebrei ben prima dell’arrivo dei nazisti. Avevano cominciato a boicottare i negozi ebraici prima dell’agosto del 1941 e quando i nazisti li incitarono a saccheggiarli, obbedirono con solerzia.
“Oggi guardando i sorrisi amichevoli della gente, scrive Daniel Gordis sul Jerusalem post di qualche giorno fa, pare di sentire il loro sollievo di avere finalmente la città tutta per sè”. Chissà se gli abitanti dell’odierna Tyktin, ricorderanno gli ebrei uccisi nella piazza del loro villaggio 60 anni fa? si chiede Gordis.
“Oggi odiare gli ebrei non è più politically correct, osserva ancora Gordis, ma il veleno dell’odio è rimasto nel sangue della gente. L’antisionismo è l’avatar odierno di quell’odio antico che continua a circolare, in Polonia come nel resto d’Europa”.
La gente di Tyktin sa bene il motivo per cui i turisti si recano nella loro cittadina, e ciò nonostante non si vergognano del loro passato. Ti osservano sorridenti, senza imbarazzo, senza vergogna; “ti guardano negli occhi e sorridono. La vita va avanti e così anche l’odio”.