di Luciano Assin
Una leggenda metropolitana (che, come vedremo, tanto leggenda poi non è), ha portato rispettabili storici, giornalisti, ma anche faccendieri, a impegnarsi per decenni per riportare alla luce uno dei tanti piccoli segreti che avvolgono Tel Aviv e dintorni: il tesoro dei Templari.
Ma procediamo con ordine: i Templari di questa storia non sono i cavalieri crociati che conquistarono Gerusalemme ed Acco nel XII secolo e rimasero in Palestina per oltre duecento anni; ma un vasto movimento cristiano-protestante tedesco secondo il quale, per accelerare la redenzione e la nuova venuta del Messia, era necessario stabilirsi in Palestina, fondare colonie agricole e ritornare alle origini più pure e spirituali del cristianesimo. I primi Templari arrivarono nel 1868 quando ancora la zona era una provincia dell’Impero Ottomano e vi rimasero sino alla metà della Seconda Guerra Mondiale, per essere poi deportati in Australia dagli inglesi; allo scoppio del conflitto, il loro numero era stimato in circa duemila anime.
Fra i vari insediamenti fondati dai Templari quello che ci interessa è Sarona, situato in quello che adesso è il pieno centro di Tel Aviv, a due passi dalle torri Azrieli e di fronte al Ministero della Difesa. Oggi è difficile immaginarlo, ma negli anni Trenta la zona era considerata piena campagna e Sarona, grazie alla laboriosità dei suoi abitanti -unita a nuove tecniche agricole importate dall’Europa-, era di fatto una fattoria modello e iper produttiva.
I guai per Sarona e per i Templari cominciarono con l’ascesa del nazismo al potere: il senso di attaccamento alla madre patria e la presenza di frange estremiste portò i Templari ad una situazione complessa e contradditoria. Da un lato la volontà di assumere una posizione neutrale nel conflitto fra arabi ed ebrei, visto che i primi fornivano la mano d’opera a basso costo e gli altri erano i principali acquirenti, dall’altro la costante propaganda nazista influì a tal punto su parte di loro, fino a spingerli a fondare una sezione del partito nazionalsocialista; all’inizio del 1938, il numero degli iscritti al partito arrivò a 330, pari al 17% della popolazione tedesca residente in Palestina. Pochi giorni prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale un gruppo non indifferente di uomini abili al servizio militare tornò in Germania per arruolarsi. I Templari restanti furono considerati “nemici” dagli inglesi e i loro insediamenti furono trasformati in campi di prigionia; alcune centinaia di loro verranno scambiati con 551 ebrei di nazionalità straniera internati nei campi di concentramento nazisti. Con l’avvicinarsi delle truppe di Rommel verso la Palestina, gli inglesi decisero di esiliare molti Templari in Australia. Ad ogni nucleo familiare fu concesso di portarsi appresso un bagaglio di soli 40 kg a testa. Da qui la realtà cominciò a confondersi lentamente con il “sentito dire”, fino a diventare una “verità” inconfutabile: in alcune delle case abbandonate dai Templari, se non in tutte, esistono dei tesori, nascosti in vista di un loro ritorno dall’esilio. La leggenda dei tesori nascosti è riuscita ad alimentare per decenni la curiosità di molti e il lavoro di ricerca di non pochi, con risultati più che deludenti. Ma come si sa, dietro ad ogni leggenda si nasconde una labile verità e finalmente, nel 2004, grazie alla stretta collaborazione fra due architetti -un arzillo vecchietto di 97 anni che aveva nascosto 23 monete d’oro nelle mura di casa ed un affermato professionista israeliano esperto di archittetura templare-, il piccolo tesoro ritornò alla luce.
Nei sotterranei di Sarona, in mezzo a quelle che erano una volta le cantine della comunità, venne poi installata la prima zecca del neonato Stato d’Israele e l’ubicazione fu considerata per anni top secret.
Gli ultimi Templari residenti nella Palestina mandataria abbandonarono definitivamente il Paese dopo l’uccisione, nel 1946, di uno dei loro leader, filo nazista dichiarato, da parte di un commando del Palmach. Oggi la zona di Sarona è soggetta a grandi cambiamenti e si trasformerà in un complesso residenziale e commerciale. Per poter permettere la realizzazione del progetto e salvaguardare gli ultimi edifici rimasti della comunità templare si è dovuto ricorrere ad un complesso piano di recupero che ha comportato il taglio delle fondamenta e lo spostamento delle case di qualche decina di metri tramite il loro traino. Le cantine e i cunicoli esistenti serviranno per parcheggi e strade sotterranee.
La storia dei Templari termina di fatto con la fondazione dello Stato d’Israele; la maggior parte di loro rimase in Australia e conseguì, pochi anni dopo la fine della guerra, la cittadinanza australiana riuscendo a ricreare una florida comunità. Nessuno sa esattamente se ci siano ancora delle monete nascoste nei resti delle loro case, sicuramente il vero tesoro si trova nelle mani di chi ha fiutato l’affare e sta costruendo la nuova Sarona, antitesi dello spirito puritano e mistico dei fondatori. D’altra parte Tel Aviv, la “città senza sosta”, ha altro a cui pensare…