di Fiona Diwan
Vino, moda, letteratura allo Spazio Volterra di Milano che inaugura così attività culturali ebraiche e non, e si apre a eventi come quello di ieri sera, una degustazione di vini dell’etichetta Raro di Palmo di Terra, prodotti da Giorgio Secchi e Gloria Arbib, e due conferenze interessantissime su Leggere il presente: la letteratura americana ai tempi di Trump e la letteratura russa ai tempi di Putin. Oratori d’eccellenza, venuti apposta da Roma, la slavista Barbara Ronchetti, docente di Letteratura Russa all’Università La Sapienza e Daniele Fiorentino, docente di Storia americana all’Università Roma Tre, che hanno tracciato uno stimolante excursus sugli umori profondi che emergono dalla narrativa contemporanea dei due grandi Paesi.
Patronessa illuminata dell’evento Myriam Volterra, imprenditrice della moda e donna di grandi passioni ed entusiasmi, sensibile ai temi ebraici e culturali, già protagonista delle recenti cronache dei quotidiani milanesi per aver creato il primo spazio moda italiano Pet Friendly, spazio e uffici in cui dipendenti e clienti possono portare i propri amati animali domestici evitando così di lasciarli in macchina sotto la pioggia o sotto il sole cocente.
Lo Spazio Volterra (Corso Monforte 16), ha quindi aperto le sue porte alle riflessioni dei due docenti i quali, a loro volta, hanno cercato di spalancare sull’attualità più recente la finestra privilegiata della letteratura, capace di cogliere forse più di ogni altra forma d’arte, sapori, sensibilità e malesseri del mondo che cambia.
Nutritissima la pattuglia ebraica dei giovani scrittori russi presi in esame, quasi tutti portatori di coscienze dissonanti e critiche nei confronti del neocesarismo di Vladimir Putin: da Viktor Pelevin (magistrale e visionario autore del romanzo Omon Ra) all’ironia tagliente e al sarcasmo di Liudmila Ulitzkaya con Funeral Party; da Viktor Erofeev con l’autobiografico Il buon Stalin a Anna Starobinec autrice del bel romanzo Zero fino a Vladimir Sorokin con il suo raffinato (specie nel recupero della lingua del medioevo russo), La giornata di Opricnik.
Romanzi caratterizzati tutti da un forte elemento di distopia ovvero la necessità di inventare e narrare luoghi “altri” per parlare dei propri inaffrontabili luoghi politicamente impervi. Realtà parallele, mondi immaginari, il registro del surreale e del grottesco come unica maniera per narrare una realtà difficile, dolorosa, ispida eppure urgente e vivissima, un mondo russo contemporaneo forse perniciosamente poco restituibile se affrontato in termini realistici, spiega Barbara Ronchetti che sottolinea, in un excursus davvero interessante l’avventura della narrativa post sovietica dal crollo del Muro di Berlino ad oggi, con i suoi vari momenti di snodo, dall’ascesa al potere di Putin, al G8 nel 2006 alla decisione del taglio delle forniture di gas all’Ucraina le cui tragiche conseguenze si riverberano sull’oggi.
Sul versante della narrativa statunitense gli ha fatto da contraltare Daniele Fiorentino che partendo dalla crisi americana degli anni Settanta ha affrontato il momento post elezioni alla luce di una spaccatura che raggiunge oggi il suo culmine ma che di fatto cova da anni sotto la cenere. Citando un romanzo ancora non tradotto in italiano City of Flame di Gart Altenberg e soprattutto rievocando House of Cards («Oggi le serie TV americane sono una forma magistrale di letteratura, capaci, per raffinatezza, bellezza e arte cinematografica, di raccontare l’America tanto quanto la narrativa e forse a volte anche meglio», ha detto Daniele Fiorentino durante il corso della serata), il docente ha anche raccontato brevemente le opere di Jonathan Franzen, Jonathan Lethem, e Jonathan Safran Foer, autori capaci di intercettare l’attuale momento storico statunitense e le sue incertezze, i suoi inciampi, le sue deviazioni e sfumature, l’eterno scontro tra le tante anime, da quella della Rust-belt a quella del Midwest, da quella wasp a quella dei latinos e chiacanos, ebrei e afroamericani.
Dalla letteratura alla politica, Fiorentino ha raccontato le elezioni americane vissute in diretta da Washington dove si trovava la notte dello spoglio delle schede, l’incredulità dei media statunitensi che non si decidevano a dare la notizia della sconfitta di Hillary Clinton semplicemente perché sembrava a loro inverosimile, laddove persino Fox News, da sempre un network di campo repubblicano, è stato ultimo nel dare la notizia della vittoria di Donald J. Trump, perché considerata impossibile.
Ha chiuso la serata la degustazione del vino Raro di Palmo di Terra: il produttore ed ex giornalista Giorgio Secchi – che ha orchestrato l’intera serata – ha sottolineato l’importanza, in tempi di crisi, di creare occasioni per riunire la gente intorno a istanze ed eventi in grado di regalare plusvalore e qualità della vita, nutrire corpo e anima con cibi arricchenti, che siano sotto forma di alcol e buon vino oppure sotto forma di buona letteratura.