Mentre a Torino Palazzo Bricherasio ha aperta la sua stagione estiva con la mostra Israele Arte Contemporanea realizzata in collaborazione con il Museo di Arte Moderna di Tel Aviv, il clima di interazione culturale ha reso possibile che la migliore arte italiana venisse simbioticamente esposta allo stesso museo di Tel Aviv con la mostra “Mentalgrafie italiane. Viaggio nell’arte contemporanea italiana” curata da Demetrio Paparoni, che si apre al pubblico il 19 luglio per proseguire fino al 2 ottobre.
Allestita in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura in Israele, è una delle più importanti esposizioni d’arte italiana presentate negli ultimi decenni da un museo estero, sia per il numero degli artisti presenti sia per la qualità delle opere esposte, ed offre un’ampia e ricca panoramica dell’arte italiana dagli anni Settanta fino ad oggi.
Evidenziando l’importante ruolo di “matrice” che ha avuto la pittura metafisica nell’arte italiana moderna e contemporanea, la mostra si suddivide in tre sezioni, “Metafisica letteraria”, “Metafisica analitica” e “Metafisica ironico-tragica”, i cui protagonisti sono rispettivamente Giorgio De Chirico, Giorgio Morandi e Alberto Savinio, in un percorso che si sviluppa dall’Arte Povera fino alla Transavanguardia, passando per gli outsider come Maurizio Cattelan fino ai giovani artisti postconcettuali, e proponendo nomi noti a livello internazionale, come Carlo Carrà e Giorgio Morandi, oltre a De Chirico, Savinio e agli altri protagonisti del pensiero metafisico.
La mostra, che rappresenta anche un importante momento di incontro tra la cultura italiana e quella israeliana, di dialogo e di confronto tra popoli, si apre con un autoritratto di Francesco Clemente, simbolica affermazione di identità, e si chiude con “10 Insects to Feed” di Masbedo, una grande installazione di 6 metri per 5,5 dedicata al tema della paura in Occidente e realizzata appositamente per Mentalgrafie Italiane su di una parete del museo, che ingloba anche l’omonimo video, inserito nella collezione del museo come donazione di Arturo Schwarz. Presente in mostra anche l’emblematica installazione “Love difference” di Michelangelo Pistoletto, con la quale l’artista, che ha appena ricevuto a Gerusalemme il Premio Wolf, rappresenta un ideale tavolo della pace, che il Museo ha deciso di acquisire in modo permanente.