Action Abstraction al Museo Ebraico di New York

Spettacolo

Pollock, De Kooning e l’arte americana.

Fino al 21 settembre 2008, il Museo Ebraico di New York ospita la mostra Action/Abstraction, il primo grande evento espositivo americano degli ultimi 20 anni dedicato all’espressionismo astratto ed alle correnti che ad esso seguirono: 55 opere per 31 artisti tra i quali Jackson Pollock, Willem de Kooning, Helen Frankenthaler, Mark Rothko, osservati dai diversi punti di vista dei due critici d’arte rivali Clement Greenberg e Harold Rosemberg, del pubblico e della cultura popolare.

Fin dagli anni ’40, artisti come Jackson Pollock e Willem de Kooning realizzarono dipinti e sculture che proiettarono l’arte americana sulla scena internazionale, facendo di New York la mecca delle avanguardie artistiche, come era stata Parigi nel periodo precedente alla guerra.

I due critici d’arte antagonisti Clement Greenberg e Harold Rosemberg giocarono un ruolo di primaria importanza nei confronti della nuova corrente. Nelle pagine di diverse riviste, tra cui Partisan Review, The Nation, The New Yorker, ArtNews e Vogue, essi si espressero in modo incisivo riguardo ai grandi cambiamenti del mondo dell’arte, spesso in forte disaccordo l’uno dall’altro.
Interpretando il significato dell’arte più audace dell’epoca, il loro appoggio lancia gli artisti e le opere del momento sul fronte dell’opinione pubblica. Nel 1949, quando Life, la rivista più popolare del periodo, punto di riferimento per le principali tendenze, mostra come protagonista un’opera di Jackson Pollock, è chiaro come l’influenza di Greenberg inizi ormai a farsi sentire nel mondo dell’arte, e nei tardi anni ’50, Pollock e De Kooning diventano infatti le firme più importanti dell’Espressionismo Astratto, che si diffonde ampiamente in America e oltreconfine.

In un periodo alimentato dalla guerra fredda, dall’espansione dei media e dal consumismo, Rosemberg promuove quella che egli definisce “azione”, la sua idea di arte generata da un’atto fisico e creativo. contro la fede di Greenberg nell'”astrazione” e nella purezza formale del prodotto artistico.

Tra gli artisti da essi esaminati vi sono Pollock, De Kooning, Hans Hoffmann e Arshile Gorky, Helen Frankenthaler e Joan Mitchell, Jules Olitski e Philip Gutson, Mark Rotkho e Clifford Still.

La mostra in corso al Museo Ebraico di New York presenta le maggiori opere di pittura e scultura di questo decisivo periodo, dalla prima generazione dell’Espressionismo Astratto fino agli artisti che si formarono successivamente ad essa.

Sezioni parallele della mostra espongono inoltre lettere personali, documenti, riviste, video e fotografie che illustrano il clima culturale e sociale dagli anni ’40 ai ’70. Le opere, suddivise in sezioni tematiche, sono raggruppate in modo da evidenziare la rivalità tra i due critici d’arte e la trasformazione epica dell’arte americana nel periodo successivo alla guerra.

I visitatori possono ammirare importanti dipinti di Pollock tra cui Convergence (1952) accanto ad opere classiche come come Gotham News (1955) di De Kooning. A dispetto del fatto che l’Espressionismo Astratto includeva molti “estranei”, tra i quali immigrati greci, russi, armeni ed ebrei, e mostrava spesso l’influenza dell’arte non occidentale, soprattutto nelle opere degli indigeni americani e africani, Greenberg e Rosenberg spesso tralasciarono gli artisti minori, soprattutto le donne e gli americani di origine africana.

Punti deboli dei due critici, furono i pittori Lee Krasner, Grace Hartigan e Norman Lewis. Krasner è presente in mostra con 2 opere, tra cui Untitled (1948), una delle sue rappresentative “Little image”. Le forme di Grace Hartigan si fondono con l’astrazione, mentre le vibranti opere astratte di Norman Lewis riprendono i temi del jazz e dei tessuti africani. Tra le molte evidenziazioni della mostra, compare Genesis – The Break (1946) e Onement IV (1949) di Barnett Newman, opere che rappresentano un ponte verso la fase successiva dell’espressionismo astratto: la pittura a campi di colore.

Il significativo dipinto di Helen Frankenthaler Mountains and Sea (1952), che ha influenzato un grande numero di altri artisti, apre una sezione dedicata all’astrazione post-pittorica, la mostra infine culmina con le opere di artisti che scelsero strade divergenti: il monumentale Marriage of Reason and Squalor (1959) di Frank Stella, oggetto del pensiero di Greenberg sulla ragione dell’arte, la purezza e l’uniformità, e i lavori di Allan Kaprow che, in opposto al concetto di azione di Rosenberg, si focalizzano sul ruolo dell’artista come attore e del pubblico come creatore. La nota opera di Kaprow, Words (1962) è stata appositamente reinventata per Action/Abstraction dall’artista contemporanea Martha Rosler.

La mostra ospita opere provenienti dalle maggiori collezioni e istituzioni americane ed estere. Dopo New York, la proseguirà al Museo d’Arte di Saint Louis ed alla galleria Albright-Knox di Buffalo.

Il Museo Ebraico di New York venne fondato nel 1904 quando Mayer Sulzberger donò 26 oggetti cerimoniali artistici al Seminario Teologico Ebraico d’America come nucleo di una collezione museale. Oggi, la collezione conta 26mila pezzi tra pitture, sculture, opere su carta, fotografie, reperti archeologici, oggetti rituali e installazioni multimediali. Il museo è noto per le sue esposizioni e per i programmi educativi, seguiti da persone di ogni cultura. E’ una delle istituzioni principali nel suo genere, ed esplora oltre 4000 anni di cultura e storia ebraica.


Action/Abstraction

Museo Ebraico di New York
1109 Fifth Avenue 92nd Street
Fino al 21 settembre