Bob Dylan pittore a Milano

Feste/Eventi

di Roberto Zadik

Non è certo scontato che un cantautore, anche se si tratta di un genio e di un’icona del Novecento, si riveli validissimo pittore in grado di sfornare tele che portano indietro nel tempo. Eppure Bob Dylan, 72 anni il prossimo 24 maggio, è ancora capace di sconvolgere le folle, e lo fa in maniera sommessa e intensa coi suoi quadri sbarcati a Milano, lo scorso 5 febbraio, con una mostra intitolata “New Orleans series”  aperta fino al 10 marzo.

Il leggendario musicista, autore di memorabili inni generazionali come “Blowin in the wind” o “Like a rolling stone”, è arrivato a Palazzo Reale con un’esposizione che comprende ben 22 opere e riproduce con colori tenui e atmosfere torbide e inquietanti la New Orleans, rievocando il tormentato periodo storico fra gli anni Quaranta e Cinquanta. Uno sguardo al passato espresso con opere recenti, dipinte fra il 2008 e il 2011, per un autore che, misterioso e ritirato nella sua vita privata e famigliare, si esibisce ancora tenendo concerti  dopo mezzo secolo di una folgorante carriera, cominciata nel lontano 1962 e mai più interrotta.

Ma da quando Dylan dipinge? Robert David Zimmermann, questo il suo vero nome, ha sempre amato l’arte e la letteratura fin da giovane; leggeva avidamente Singer, Rimbaud e le liriche del poeta inglese Dylan Thomas, da cui si dice abbia preso il suo celebre nome d’arte. E sicuramente dopo il 1966 se non da prima ancora, il “Menestrello di Duluth”, si dedicava ai pennelli, specialmente in seguito al famoso incidente motociclistico che in quell’anno lo coinvolse.  Questo fu ben chiaro fin dalle copertine autoprodotte di album come “Self Portrait” e “Planet Waves” che rivelano grande abilità pittorica e spiccato interesse per i ritratti e le figure umane.

Il Dylan pittore ebbe alcuni maestri, celebri artisti americani degli anni ’70, come Norman Raeben, artista di origini russe che ne stimolò il talento e la creatività. Ispirandosi a grandi maestri come Marc Chagall, uno dei suoi pittori preferiti, così come Paul Gaugin,  Dylan in questi anni, oltre ad album passati alla storia come “Highway 61 revisited” e “Blonde on Blonde” contenente il capolavoro “Just like a woman”, ha realizzato un gran numero di tele cogliendo le inquietudini e i tormenti delle varie epoche.