di Naomi Stern
All’interno della nostra vita ci sono dei cibi che sono inequivocabilmente legati a una particolare esperienza, a un luogo e a un’emozione. Basta dare un morso a quel cibo che, come per magia, ci si trova catapultati in una personale dimensione parallela piena di ricordi e sensazioni. Per me la baklawa vuol dire proprio questo. Ogni volta che la mangio mi sembra di essere nella confusione dello shuk di Gerusalemme, dove l’ho mangiata per la prima volta, circondata da centinaia di persone provenienti da paesi diversi e con culture differenti dalla mia. Il movimento tra una bancarella, una cultura, un cibo, è armonico e possiede un equilibrio pieno di energia. Lo stesso equilibrio che c’è tra le sfoglie della pasta fillo, croccante e morbida allo stesso tempo ed il miele che si incanala tra esse.
Ingredienti
Dosi per una teglia di Baklawa:
• 2 confezioni di pasta fillo
• 200 gr di margarina o burro
• 400 gr di frutta secca: noci, mandorle, nocciole, pistacchi
• 100 gr di zucchero
• 100 gr di mandorle intere
• 2 cucchiai di acqua di fiori d’arancio
• 1 cucchiaio di cannella
• 200 gr di miele millefiori o d’acacia
Preparazione
Tritare non troppo fine i 400gr di frutta secca insieme allo zucchero e alla cannella; in ultimo aggiungere l’acqua di fiori d’arancio. Mettere il tutto da parte. Sciogliere la margarina o il burro e spennellare una teglia rotonda di 28cm di diametro dal bordo basso. Alternare tre strati di pasta fillo alla margarina fusa e cospargerli con metà del trito di frutta secca. Ripetere l’operazione un’altra volta, terminando così il trito di frutta secca. Ultimare la teglia con altri tre strati di pasta fillo sempre alternati alla margarina fusa. Ritagliare la pasta in eccesso. Pressare bene il tutto con le mani e tagliare a losanghe con, al centro, una per una, una mandorla intera décor. Cuocere in forno a 180 gradi per 25 minuti, finché la baklawa non raggiunge un color biscotto dorato. Appena tolta la teglia dal forno cospargere il tutto con il miele bollente. Servire la baklawa a temperatura ambiente. Grazie a Raffaella per la ricetta!