15 Adàr I 5771
Devar Torà
“Ma i miei sabati osserverete…” (Shemòt 31, 13). I Maestri ci fanno notare che questa esortazione, quella di osservare lo Shabbat, è al plurale e non al singolare. Questo perché la Torà vuole insegnare a ogni ebreo che non è sufficiente fare attenzione solo a come noi osserviamo lo Shabbat, bensì dobbiamo agire e influenzare anche il mondo circostante, chi ci è vicino. Questo perché se lo Shabbat è profanato intorno a noi, viene danneggiata la sua santità e di riflesso viene danneggiato quello spirito di sacralità che è all’interno della nostra casa.
Halakhà
Negli anni in cui la Shanà è Meubberet, vale a dire, quando è aggiunto un mese all’interno dell’anno ebraico (questo per far combaciare il calendario lunare con quello solare) il mese aggiunto prende il nome di Adar Rishon – primo Adar. Naturalmente la Festa di Purim viene celebrata nel Adar Shenì – secondo Adar (questo per mantenere fissi i 30 giorni che intercorrono tra Purìm e Pèsach). Nei giorni che sarebbero dovuti esser di festa, se vi fosse stato un solo Adar, vale a dire il 13 pomeriggio il 14 ed il 15 di Adar, vengono chiamati Purim Kathan – piccolo Purim. Questi giorni pur non essendo festivi mantengono una sorta di memoria della festività, ed è per questo che i Maestri hanno stabilito che in tali giorni non si reciti la Techinà – la supplica e lo Tzidduk ha- Din – l’esortazione funebre, è comunque permesso lavorare e far visita presso i cimiteri.