di Rav Roberto Della Rocca
Tu bishvat, il quindici di Shevàt è il Capodanno degli alberi (Rosh Ha-Shanà Lailanot ), che è molto di più di una semplice festa degli alberi. Nella tradizione mistica questa ricorrenza viene celebrata leggendo una raccolta di brani biblici e kabalistici dove si descrivono le qualità spirituali dei vari tipi di frutti e il significato simbolico degli alberi che li producono.
L’atto del piantare un albero è tenuto in così grande considerazione che una massima rabbinica afferma che, se vedessimo arrivare il Messia mentre stiamo piantando un albero, dovremmo finire di piantare l’albero prima di andargli incontro; poiché persino la venuta del Messia dipenderà dalla volontà e dalla capacità dell’uomo di continuare a “piantare gli alberi”, seguendo nelle azioni concrete il sentiero tracciato dal Creatore.
I rabbini si spinsero fino a sostenere che era “proibito abitare in una città priva di verde”, poiché la contemplazione delle bellezze della natura è essenziale per lo sviluppo spirituale degli esseri umani.
Tale è l’importanza attribuita al verde che la venuta stessa del Messia sarà preannunciata dalla rinascita di foreste di sempreverdi in luogo dei deserti: “Farò scaturire fiumi sulle brulle colline…. Pianterò cedri nel deserto, acacie, mirti e ulivi; porrò nella steppa cipressi, olmi insieme ad abeti…”( Isaia, 41;19). Tutto questo dovrà essere il risultato dell’opera dell’umanità, una volta che gli obiettivi materiali siano stati sostituiti da mete spirituali. Festeggiare Tubishvat, oggi, è anche un modo di sostenere il desiderio mai sopito di vedere la completa rinascita fisica e spiritaule di Eretz Israel con i suoi alberi e i suoi prodotti, boicottati in tante parti del mondo.