Simchàt Torà, spazio alla gioia!

Parole di Torah

di Daniele Cohenca
Il periodo di Sukkòt, come abbiamo visto nell’articolo precedente, è una finestra temporale dedicata alla gioia ed alla felicità; ancora di più lo sono gli ultimi giorni della festa che, nella Diaspora, sono SheminìAzzèret e Simchàt Torà.

Mentre Shemini  ‘Azzèret si lega ai giorni che lo precedono (non si scuote il Lulàv, ma si consumano pasti in Sukkà senza tuttavia recitare la Benedizione per quest’ultima), Simchàt Torà – come ricorda il nome stesso – è un giorno dedicato alla festa della Torà: nella Diaspora infatti è il giorno in cui si conclude il ciclo annuale della lettura della Torà e si inizia quello nuovo (In Israele ciò avviene a Sheminì ‘Azzèret).

La sera di Simchàt Torà è uso universale di tutte le Comunità recitare le Hakkafòt, ballando e cantando con il Sèfer Torà.
La mattina successiva è il giorno del Chatàn Torà (secondo il rito italiano) e anche del Chatàn Bereshìt (secondo il rito Sefardita).

È  davvero così importante festeggiare la Torà con manifestazioni così apparentemente “materiali”? Non sarebbe più opportuno una rigorosa lettura di Salmi e Lodi (cosa che peraltro è uso nella notte di Hoshanà Rabbà!)?

Un racconto Chassidico in stile di Midràsh ci aiuta a capire il valore di queste usanze: Tutte le mattine, le Schiere degli Angeli celesti si recano nelle Sinagoghe per partecipare alle preghiere del pubblico e portare le Lodi al Signore: ma questo non può avvenire finché i figli d’Israele non hanno  iniziato a pregare!
Nell’attesa che ciò avvenga gli Angeli si dedicano alla raccolta di Tallitòt e Tefillin non usati che trovano nei cieli e che portano all’Angelo Metàt perché ne faccia una corona per Dio.
Questo non avviene la mattina di Simchat Torà quando gli Angeli invece che trovare oggetti di preghiera, trovano i resti della baldoria della sera precedente: brandelli di vestiti, cappelli sciupati, scarpe distrutte…
Un po’ stupiti ed un po’ preoccupati, si rivolgono all’Arcangelo Michaèl (il Supremo avvocato dei figli d’Israele) per chiedere spiegazioni e soprattutto per sapere il da farsi.
Si presentano quindi all’Arcangelo con tutta la mercanzia che hanno recuperato nelle Sinagoghe e questi riconosce gli oggetti: “queste sono le pantofole del Magghìd di Mèzritch, questo il cappello dello Shammàsh di Liozna
Gli Angeli non nascondono il loro stupore e, vedendoli sorpresi, Michaèl spiega loro: “ogni giorno Metàt prepara delle corone per il Signore con gli oggetti sacri che voi recuperate; ma questa mattina la corona più bella e più gradita a Dio viene preparata con ciò che rimane dai festeggiamenti della sera di Simchàt Torà!”

I canti e la gioia tipici di Simchat Torà non sono meno importanti della contrizione e della solennità dei giorni di Rosh Hashanà e Kippùr! Anche se forse gioire fisicamente con la Torà è più difficile che piangere a Kippur