di Jonathan Misrachi
Domenica 6 settembre, giornata internazionale della cultura ebraica, il padiglione di Israele all’Expo ha ospitato un convegno sul contributo degli ebrei italiani alla nascita e allo sviluppo dello Stato d’Israele: “L’Italia in Israele, Israele in Italia” questo era il nome della giornata organizzata dalla Hevrat Yehudè Italia. Numerosi gli ospiti illustri che hanno portato i propri saluti fra cui l’ambasciatore italiano Francesco Talò, il commissario generale del padiglione Elazar Cohen, la vice-presidente della Hevrat Yeudè Italia Cecilia Nizza e il suo presidente Angelo Piattelli che ha anche presieduto la prima sessione del convegno dedicata all’apporto culturale e artistico che hanno avuto gli ebrei italiani nel corso della giovane storia dello stato d’Israele, illustrando la loro presenza, prima e dopo la nascita.
Gianfranco Di Segni, primo relatore del convegno e direttore della storica testata “Rassegna mensile di Israel” ha raccontato le storie di Dante Lattes e Giulio Raccah, due intellettuali ebrei italiani emigrati in Palestina a causa dell’irruzione del fascismo in Italia. Il primo, Lattes, fondatore della “Rassegna mensile di Israel” fece l’Alyà nel 1925 mentre Raccah nel 1938, egli, già fisico e assistente di Enrico Fermi, andò a insegnare nell’Università Ebraica di Gerusalemme dove diede un contributo accademico fondamentale fondando la facoltà di fisica e svolgendo il ruolo di rettore dell’università.
![dellapergola](https://www.mosaico-cem.it/wp-content/uploads/2015/09/dellapergola-e1441647094992.jpg)
Ha poi preso la parola il demografo Sergio Della Pergola, con un intervento in cui ha illustrato il tratto della presenza italiana nella storia d’Israele: tre sono state le ondate di Aliyot italiane in Israele dalla nascita del sionismo, la prima nel 1948 a cavallo della guerra d’indipendenza e della nascita dello Stato, la seconda nel 1967 dopo la guerra dei sei giorni e la terza si sta verificando proprio ora. “Sta succedendo qualcosa di storicamente rilevante, proprio in questi anni, a causa dei problemi che l’Europa e l’Italia stanno affrontando” afferma Della Pergola che ha esposto poi diverse caratteristiche sociali dei neo-immigrati italiani in Israele, fra cui la distribuzione geografica e le occupazioni professionali.
“Non solo le persone arrivano da Israele, ma anche l’arte”: così Andreina Contessa, curatrice del Museo Nahon di Gerusalemme, è intervenuta riferendosi alla storica Sinagoga di Conegliano Veneto, esportata a Gerusalemme e attuale centro della comunità ebraica italiana in Israele.
Coerentemente al tema generale dell’Expo, “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, a concludere il convegno dopo l’intermezzo gastronomico, i due scienziati Aaron Fait e Angelo Colorni hanno raccontato le proprie esperienze di avanguardia bio-tecnologica, il primo nel campo della ricerca agricola e della viticoltura e il secondo della biologia marina al Centro di maricoltura di Eilat.
Questa giornata è riuscita a intrecciare tutto lo scenario culturale che giace sul Ponte fra Israele e Italia, dall’arte al giornalismo, dalla biotecnologia alla sociologia, dal pionierismo e all’intelletto, solamente tracciando la storia degli “Italkim”: la comunità ebraica italiana in Israele.