di Fiona Diwan
Una scuola colorata e tutta nuova. Più confortevole, più bella, più godibile. Molto più di un lifting, un vero rinnovamento della struttura, dello stabile e delle sue architetture interne, aule, corridoi, bagni… E con, alle spalle, il sostegno della Fondazione Scuola che metterà in atto una raccolta fondi mirata.
Tutti d’accordo quindi, tutti insieme per una scuola più competitiva e attraente in termini di impatto visivo e non solo. Un progetto a 360 gradi, novità, investimenti, tutto spiegato in un’intervista corale, seduti intorno a un tavolo operativo: il Presidente Walker Meghnagi, Raffaele Besso, Assessore al Bilancio, Davide Hazan, il neo Assessore alla Scuola, Marco Grego, Presidente della Fondazione Scuola e Daniela Ovadia, consigliera della Fondazione.
«Ci sono un tema strategico e un tema tattico da mettere a fuoco. Quello strategico ci impone una domanda: che cosa sarà questa scuola tra cinque anni? Tattico: come agire per rinnovarla nella continuità?», esordisce l’Assessore Davide Hazan. «Ma cominciamo col fare il punto con quanto fatto finora, ovvero sulla cifra data dalla Fondazione Scuola alle casse della Comunità: 393.600 euro in totale, di cui 250 mila in borse di studio, 18 mila come fondo per il viaggio in Israele 2012 delle seconde liceo. E poi, dettagliando ancora: 2 mila euro per il concorso Euromath 2013; 3 mila euro per il progetto “Teatro in francese” delle quarte liceo; 2.100 euro per l’ECDL, l’European Computer Licence; 18 mila come fondo per il viaggio in Israele del 2013, sempre per le seconde liceo; 500 euro per la formazione dei docenti per il viaggio in Polonia. E infine, 100 mila euro per progetti vari, da definire», spiegano Raffaele Besso e Marco Grego. Entrambi tengono a precisare che la cifra erogata di 393.600 euro è pari al 18 per cento del valore del patrimonio, tra fund raising e interessi.
Dove andranno invece i 100 mila euro previsti per i nuovi progetti? «Innanzitutto volevamo dare un segnale positivo, di unità e determinazione, una mission condivisa da tutti sia nelle tattiche che nelle strategie», spiega Walker Meghnagi. E prosegue Davide Hazan: «Cominceremo dalla scatola, ovvero dagli ambienti della scuola che presto saranno rinnovati: verranno rifatti i bagni e installati nuovi sanitari, ritinteggiate le pareti di aule, corridoi e ambienti comuni. Vogliamo coinvolgere nel progetto i genitori, i ragazzi, i professori, chiedere a degli esperti un progetto architettonico ad hoc per ottimizzare gli spazi e, contestualmente, far partire una raccolta fondi mirata proprio sul rinnovo dei locali. Questa sarà la nostra priorità».
Nel frattempo, sottolinea Hazan, i temi del precedente assessore Daniele Schwarz vanno avanti, ovvero i progetti per il potenziamento dell’inglese e dell’ebraico. Su quest’ultimo, in particolare, è allo studio una nuova metodologia d’insegnamento, messa a punto in Francia, e che sarà poi acquisita anche dai docenti. «Per ciò che riguarda l’informatizzazione della scuola, anche qui il progetto procede e va avanti. Per ora, abbiamo tamponato le urgenze, ma in verità penso che il tema sia strutturale. Siamo già partiti col registro di classe online, un primo passo che sembra funzionare bene per monitorare i voti e il profitto dei ragazzi, e prendere appuntamenti per gli incontri con i professori. A breve un friendly approach, dove verrà spiegato, per chi non è pratico di computer, come utilizzare al meglio questo strumento».
Per quanto riguarda i tablet e la loro consegna a tutte le classi delle superiori, c’è invece una battuta di arresto, spiega Hazan. «Dobbiano rafforzare il supporto, creare una Rete che funzioni senza collassare e che possa reggere l’immissione di una didattica informatizzata. Affideremo a un professionista la gestione della struttura informatica per dimensionare la scuola e permettere il salto di qualità informatico. In un secondo momento, si tratterà di formare i docenti all’uso del software prescelto per fare lezioni (useremo Moodle o Edmodo, due piattaforme a scopi didattici), ma la scelta sarà condivisa insieme con il corpo insegnante».
A corollario di quanto spiegato da Hazan, Marco Grego sottolinea l’ottima intesa raggiunta oggi dalla Fondazione con il Consiglio della Comunità e con la dirigenza della Scuola. «Il prossimo step sarà quello di ottimizzare lo scambio di informazioni creando una comunicazione più strutturata e continuativa. Ma dovremmo raggiungere un maggior coordinamento tra Assessorato Scuola e Fondazione, con un confronto permanente tra le due parti sul tema delle necessità e delle esigenze. Oggi come oggi, la Fondazione è pronta per un salto di qualità: ovvero, per partire verso un fund raising internazionale, rivolgendosi al mondo ebraico fuori dall’Italia. Per fare questo è necessario un salto di livello nella strategia, un modello nuovo di scuola: solo così potremo chiedere soldi all’estero. Sono tre i cardini della strategia a medio e lungo termine: nuova informatizzazione, nuovi locali, nuova didattica», conclude Grego.
Un modello che guarda anche all’Europa comprimendo, ad esempio, il cursus studiorum da cinque a quattro anni di liceo come avviene ovunque (il San Carlo di Milano l’ha già ottenuto). E inoltre, si potrebbero creare classi omogenee non per età, ma per livello di apprendimento. E poi: avviare sperimentazioni mantenendo lo status di scuola paritaria; potenziare l’offerta extra-curricolare fornendo, a pagamento -come fanno molte altre scuole-, un corso di cinese, di scacchi, un rafforzamento di studi ebraici…
«Infine, ancora, ho un ultimo sogno», conclude Hazan. «Mi spiego meglio. Penso a quello che ho chiamato il progetto Una scuola-mille scuole: ovvero la speranza che, in futuro, la nostra scuola possa diventare una struttura omnicomprensiva, e che qui possano trovare casa comune anche le altre scuole ebraiche di Milano.
Tutti sotto lo stesso tetto, ma ciascuno con la sua organizzazione, impostazione e i suoi differenti programmi didattici. Per riunire i ragazzi, ma anche per abbattere le spese in un momento di crisi usufruendo degli stessi servizi. Insomma, che sotto questo stesso tetto confluiscano e convivano le varie anime del nostro mondo, il Merkos, la scuola di via dei Gracchi e noi, ciascuna con la sua autonomia e il suo budget, ma dividendo le spese. Non sarebbe fantastico?». E chissà, perché no, i nostri ragazzi riuniti in un unico luogo di studio. Come ripete il direttore d’orchestra Daniel Barenboim, a volte l’impossibile è più facile del difficile.