Paola Sereni: Leopardi e Dante, le sue passioni, i suoi allievi. E la Scuola ebraica prima di tutto

Scuola

Insegnante e Preside di generazioni di ebrei milanesi, lascia un’eredità di affetti e cultura

Paola Sereni quando accolse a Scuola l'allora Sindaco di Milano Giuliano Pisapia
Paola Sereni quando accolse a Scuola l’allora Sindaco di Milano Giuliano Pisapia

Un clima afoso e tropicale ha accompagnato l’ultimo viaggio di Paola Sereni, amata insegnante ed ex Preside della Scuola Ebraica, mancata all’età di 89 anni, nella notte tra il 10 e l’11 luglio. Uscito dalla RSA, il feretro ha fatto una sosta davanti all’ingresso della sua amata scuola ed è stato accompagnato da una folla di 500 persone tra insegnanti, amici e ex allievi. I post e i necrologi ospitati sul sito della Comunità, Mosaico, sono ad oggi arrivati a quasi 200, le sue lezioni video hanno raggiunto oltre 4000 visualizzazioni in tre giorni. Per renderle omaggio, pubblichiamo qui di seguito un estratto dei post usciti sul sito e il discorso pronunciato da Esterina Dana, attuale Preside della Scuola Ebraica ed ex allieva della Sereni.

Esterina Dana
Oggi siamo qui per dare l’ultimo saluto alla Professoressa Paola Sereni Rosenzweig. Ci siamo fermati davanti alla sua scuola, dove trascorreva il maggior numero di ore della sua giornata. Preside, Assessore alle scuole, Consigliere Ucei, Direttore  del Nuovo Convegno, la Sereni era intimamente e profondamente un’insegnante. Per lei l’insegnamento era una passione travolgente. Ogni lezione era un’avventura che lei condiva con una dote affabulatoria ipnotica.
Nessuno di noi è uscito illeso da questa straordinaria e amorevole capacità di coinvolgimento. Paola è stata una donna eccezionale, un modello di vita e professionalità e ha insegnato fino alla fine dei suoi giorni, preparando le lezioni come se fossero la prima della sua vita. Generosa di sé, ha amato i suoi studenti, li ha aiutati quando erano in difficoltà e li ha seguiti da adulti diventandone amica e sostegno. Con questo amore per i giovani esprimeva la sua fiducia nel futuro.  Lei, più di chiunque altro, aveva capito che la scuola è l’epicentro non solo della nostra Comunità, ma della società stessa.
Ora ci lascia, ma di lei se ne va la parte più piccola, il corpo. Resta invece la sua eredità più grande: l’amore per la cultura, la capacità di combattere, il gusto per la bellezza e l’amore incondizionato per la vita. Quando ho comunicato a una persona a me molto vicina che la Sereni è mancata, questa mi ha risposta con sicurezza: la Sereni è immortale. Ho capito. È vero. Vorrei lasciarla andare per il suo ultimo viaggio nell’infinito dei cieli con una poesia, L’Infinito di Giacomo Leopardi. «Sempre caro mi fu quest’ermo colle…».

I POST TRATTI DA MOSAICO
Sul sito Mosaico, abbiamo aperto i commenti ai nostri lettori. Sono arrivati centinaia di messaggi, ricordi, omaggi a Paola Sereni. Eccone alcuni:
Lynn Alice Laniado:
Eccomi Paola, sei stata presente anche dopo la scuola, hai conosciuto i miei figli, le mie speranze, i miei dolori. Una telefonata ogni tanto, una visitina, tante parole. Io a Venezia ma con un pezzo di cuore sempre a Milano. E ti ricordo. E dietro di me, al lavoro, un piccolo quadretto scritto a mano, visibile ai miei pazienti, recita: “ben lo sappiamo, un pover’uom tu sei, e il vento ce lo disse…” … e ti penso. E ci sei, poiché insegnare, l’ho capito nel tempo, significa letteralmente “lasciare un solco”. E tu lo hai lasciato in me, e non solo in me. Quanto amavo le tue lezioni, le tante tante poesie imparate a memoria e mai dimenticate, la tua passione, il tuo rigore, la tua umanità. Forse non te lo ricordi quel giorno in cui portasti in classe, terza media, un giradischi e un disco, vinile, sì, puro vinile…Addio Lugano bella…incredibile, ma vero, dicesti che dovevamo sapere che cosa significava. Quella eri tu, vera, autentica, sincera. Che doti rare nel nostro mondo, allora, come oggi. L’ho imparato, Paola, sono stata sincera e corretta, almeno credo, certe volte mi sono arrabbiata con te perché mi è costato molto. Mi piaceva scrivere, mi piaceva la letteratura, e i pomeriggi indimenticabili da Feltrinelli, in via Manzoni, “andate, guardate, scegliete un libro”. Non si è mai soli se si ama leggere, dicevi. È poco dirti grazie, ma dimmi tu, “…che vuoi che diciam dunque al cimitero…?” domani, saremo in tanti, la nostra presenza, il nostro affetto, la nostra gratitudine diranno ai tuoi nipoti molto più di quanto potremo mai esprimere con le parole. Fabio Lopez:
Ci sono (poche) persone che segnano un’epoca e rappresentano una identità; Paola Sereni è fra queste. Nel vociare frastornato di una Comunità dove dati sette ebrei ci sono otto sinagoghe, lei ha tenuto sempre la barra dritta rappresentando per tutti un faro, una roccia. Un sapere profondo che ha trasmesso, con equilibrio, a tutta la Keillah, nessuno escluso, credo. Non è stata mia insegnante, ma parte stretta della nostra cerchia di amici con cui si sono condivisi momenti lieti e difficoltà. Un pezzo della nostra vita che si è chiusa.
Claudio Vercelli:
Arrivederci Paola, un caro e intenso commiato. La terra saprà esserti lieve, ne sono certo. L’impronta l’hai lasciata, non ne dubitare. Tra molti.
Diana Ottolenghi:
Paola, ricordo ancora adesso, dopo più di 40 anni, le tue lezioni, sempre chiare e precise. Pensa che un anno fa ho incontrato in una trattoria, casualmente, una persona che non conoscevo. E parlando di tante cose mi ha raccontato di un corso tenuto da un’insegnante eccezionale all’Umanitaria: eri tu….
Emanuele Fiano:
Questo lungo omaggio di amore che qui si legge Paola, ti accompagnerà ovunque. Hai seminato amore e riconoscenza e tutto ti viene restituito. Sei stata per noi che qui scriviamo, maestra e amica, punto di riferimento che non si sostituisce, fino all’ultima volta mi hai chiesto come andava la politica. Che ti ha sempre interessata, ma che veniva dopo la tua passione per la cultura. La terra ti sia lieve e la tua passione continui a passeggiare in cielo. Un abbraccio.
Netali Nissim:
Che vuoto profondo. Ci mancheranno la sua dignità, la sua integrità, la sua passione, il suo amore e la sua dedizione! Lei, simbolo umano di un mondo che non c’è più… e quanto mi sarebbe piaciuto farlo conoscere ai miei figli. Una donna dai principi saldi e dai valori chiari, capace di prendere posizione sempre e comunque, insegnando attraverso il suo esempio a lottare e a credere in se stessi e nella vita. È stata preside e prof di generazioni di persone che l’hanno amata, temuta, rispettata e ammirata.
Rimarrà per sempre nei nostri cuori. Baruch Dayan Haemeth
Joice Anter:
Cara Prof, ti ho sempre chiamato così, tu ridevi e io dicevo per me sei sempre la prof! Dopo tanti anni ci siamo ritrovate e sei diventata la compagna straordinaria di due bellissime avventure: la biblioteca e il volontariato.
Giulio Disegni:
L’ho conosciuta nei diversi Congressi dell’UCEI, di cui è stata Consigliera. La ricordo come una gran donna, appassionata, equilibrata, con una classe innata e una passione “dentro” per le “cose” ebraiche, la cultura, la storia.
Naghmeh:
Paola Sereni, donna straordinaria, preside insostituibile, prof unica, è stata per me non solo un’insegnante ma una maestra di vita. Mi ha insegnato l’amore, la passione, la gioia di vivere, la dignità, mi ha insegnato cosa significhi fare bene il proprio lavoro. In una delle ultime lezioni su Foscolo ci ha ricordato come la morte ci tolga il piacere di godere della bellezza, della natura, della poesia, ma se si sopravvive nel ricordo dei propri cari, non si muore mai. Io la ricorderò seduta a gambe incrociate sopra la cattedra a spiegare, la ricorderò sulla soglia della porta della Presidenza a riprendere tutti quelli che entravano in ritardo alla prima ora, la ricorderò mai ferma, sempre indomita, vibrante, una donna piena di calore, che ha vissuto ogni minuto della sua vita al massimo. Come quest’ultimo anno in cui ha lottato come una leonessa, per la vita che tanto amava. “…e l’armonia vince di mille secoli il silenzio”. Che il suo ricordo sia di benedizione.
Tomer:
La “mia” Preside e prof, rispettata, temuta ed amata da tutta una generazione di allievi. A molte persone fortunate di aver potuto ascoltarti come insegnante hai trasmesso i mezzi per comprendere la bellezza della lingua italiana ed imparare ad amarla. Sei stata il pilastro della scuola e ti porteremo sempre nel cuore. Grazie Paola
Simonetta Diena:
Cara Paola, sei stata la nostra professoressa quando “Noi credevamo”. Le nostre passioni, i nostri entusiasmi sono stati da te coltivati e nutriti. Avevi una rara capacità di trasmettere un pensiero e un ordine, un metodo nella letteratura. Ricordo quanto tutto ciò sia rimasto in noi, traccia indelebile di te e del tuo mondo. Ti saluto con rimpianto e con amore.

 

 

Enrico Finzi: «Aveva il dono di segnare le vite degli altri»
Era, certo, una grande insegnante, appassionata e appassionante. Colta, innamorata della cultura. Una persona generosa e affettiva. Una leader naturale, apprezzabile e apprezzata. Una bella donna, che aveva saputo invecchiare bene, senza trucchi. Uno di quei rari individui che hanno il dono di segnare a fondo tante vite di altri. Tutto ciò è stato ricordato nei tantissimi messaggi su Mosaico, nei ricordi pubblici e privati della calda Milano di luglio: tutti impregnati di emozione, come raramente accade. Eppure qualcosa di Paola è rimasto solo accennato, forse perché poteva a volte sembrare un difetto (e invece era la radice della sua verità umana).
Gli amori, anzitutto: per Gianni, l’adorato marito, che pur criticava con benevola ironìa; per le figlie, a volte problematiche in anni difficili ma sempre protette (l’hanno ripagata – a partire da Caterina – con un’assistenza dolce ed energica); per i nipoti, seguiti con intensa sollecitudine.
Alcuni tratti non sempre graditi: l’intransigenza etica e culturale, la severità caustica di taluni giudizi, l’intolleranza per i cretini e i fondamentalisti (di ogni risma), un certo narcisismo, l’insofferenza alle critiche, l’inarrestabile attivismo da protagonista.
E poi, rimarchevoli, alcune certezze permanenti: quelle tipiche di certo ebraismo italiano novecentesco, laico e ostile alle ‘chiusure’ di molti rabbini, pro-Israele ma criticissimo nei confronti delle destre israeliane, nettamente antifascista e di sinistra (Paola fu sempre una supporter del PCI, pur non condividendone tutte le posizioni).
Una grande persona, anzi ‘una grande’ come dicevano al funerale due sue ex-studentesse: grande nei pregi e nei difetti, indissolubilmente impastati come capita solo agli individui veri.