di Nathan Greppi
Giovedì 4 maggio, nell’Aula Magna della scuola di Via Sally Mayer, sono stati presentati i risultati di una ricerca sull’alimentazione degli studenti. Per fare ciò, è stato dato un questionario di aderenza alla dieta mediterranea a 132 studenti dai 4 ai 15 anni. L’indagine, condotta dall’Associazione Medica Ebraica (AME) di Milano in collaborazione con l’IRCCS Istituto Galeazzi, ha adottato un test usato negli USA ed è stata fatta sulla comunità ebraica per vedere come i genitori educano i figli in una comunità multietnica e con abitudini alimentari e religiose diverse dagli altri.
A moderare il dibattito è stato il Dott. David Fargion, presidente dell’AME di Milano, che ha subito dato la parola al Dott. Maurizio Turiel, primario di Cardiologia all’Istituto Galeazzi. Egli ha iniziato spiegando che tutto è nato per verificare l’idoneità dei ragazzi alle attività sportive del Maccabi. Il tutto si doveva essere immediato ma allo stesso tempo puntando su buone qualità e quantità di domande, in modo da ottenere risultati concreti invece che parlare e basta. Il Prof. Turiel ha anche ricordato che proprio in questi giorni a Milano si terrà Food Week, un insieme di 300 eventi che martedì vedrà persino la presenza di Barack Obama.
In seguito ha mostrato una serie di immagini e dati per spiegare che oggi le diete non servono solo a dimagrire: in Italia ogni anno 160.000 persone hanno un arresto cardiaco (una ogni 3-4 minuti), e le malattie cardiovascolari uccidono molto più del cancro, anche se c’è più interesse verso l’oncologia. Occorre capire come trovare i problemi anche nei ragazzi, perché purtroppo l’elettrocardiogramma non è più sufficiente. Un altro problema è dovuto al fatto che molte persone, sia uomini che donne, continuano a fumare anche dopo aver avuto un attacco cardiaco. Nel 2012 è stata fatta un indagine in tutta l’Italia, e si è scoperto che nell’81% delle donne e nel 74% degli uomini le malattie cardiovascolari sono ereditarie.
Attraverso dei video il Dott. Turiel ha dato alcuni consigli:
- Non fumare: è apparso un video girato in un paese del Terzo Mondo in cui i bambini fumano quando sono ancora piccoli. È ormai appurato che il fumo fa venire il cancro ai polmoni;
- Fare attività fisica regolare; il livello massimo di sforzo non va oltre il numero dei battiti cardiaci. Inoltre, statisticamente chi è tachicardico vive più a lungo di chi è bradicardico;
- Mangiare sano.
Subito dopo è venuto il turno del Dott. Matteo Breguglio, dietista dell’Istituto Galeazzi. Ha spiegato che una volta si chiedeva perché facesse quello che fa, dopodiché con un video ha spiegato il motivo: molte persone sono convinte di sapere tutto e di potersi curare da sole senza l’aiuto del medico, mentre in realtà questi li deve guidare. Parlando dell’alimentazione, ha raccontato che, secondo recenti scoperte, le popolazioni del Mediterraneo vivono più a lungo, e anche se la dieta non è stata ancora testata sui ragazzi è appurato che in generale fa bene. Purtroppo negli anni l’obesità è aumentata considerevolmente, dal 1975 al 2014 il tasso è più che raddoppiato, e si dice che entro il 2025 un quinto degli italiani sarà obeso.
Nel test sono state fatte nove domande, otto sul cibo e una sull’alcol nonostante la loro età. Per farlo è stato copiato il KIDMED, un test effettuato in America che è stato usato anche in Spagna su migliaia di ragazzi. Nel caso della scuola ebraica, quelli che l’hanno fatto avevano un età media di otto anni, un peso medio di 27 chili che è nella norma a quell’età, e su una scala da 1 a 12 i maschi hanno ottenuto un punteggio medio di 7 (medio) e le femmine 8 (buono), perché esse sono più attente alla linea. Secondo le ricerche si pensa che i ragazzi mangeranno sempre peggio, e in particolare gli adolescenti che si allontanano dall’ambiente familiare. Infine, il Dott. Breguglio ha dato alcuni suggerimenti, piccoli ma importanti: inserire gradualmente frutta e verdura nei pasti senza sovraccaricare, riducendo zuccheri e fast food.
A questo punto ha preso la parola Rav Igal Hazan, che ha parlato del legame tra salute e kashrut: kasher significa “idoneo”, non conta solo il peso ma anche cosa mettiamo in bocca. La kashrut non serve per la salute fisica, bensì per quella spirituale. Tuttavia, ogni mitzvà serve non solo a preservare la nostra spiritualità ma anche a fini pratici, come lo Shabbat in cui si spengono i telefoni e si passa il tempo con la famiglia. Il bambino deve crescere sapendo che ci sono regole da rispettare. In tutti i cibi, sia biologici che ogm, occorre un certificato rabbinico per evitare le truffe, assicurarsi che sia kasher. Infine, il Rav Hazan ha concluso ricordando che oltre alle regole spirituali ce ne sono altre che i nostri maestri hanno emanato per tutelare la salute.