Il Presidente Katsav a Milano

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“Per la prima volta la bandiera israeliana ha affiancato il tricolore sul tetto del Quirinale: è un evento di grande importanza per i nuovi rapporti politici tra Israele ed Italia”.
Chi parla è Moshé Katsav, il presidente israeliano in visita nella grande sinagoga di via della Guastalla la sera del 17 novembre, primo incontro della tre giorni dedicati alla Comunità di Milano prima di rientrare in Israele.

Dopo un ricevimento nella sala Jarach affollato dai maggiorenti della Comunità, il presidente Katsav ha affrettato il suo incontro con il pubblico che affollava la grande sinagoga, avendolo atteso con pazienza per l’inevitabile slittamento degli orari di chi, come lui, era reduce da incontri ufficiali di Stato a Roma.

Lo hanno ricevuto rav Arbib e rav Laras, il neo presidente Soued, affiancato dai past president Benatoff, Fiano e Jarach, che sedeva accanto all’ambasciatore d’Israele Gol.
I discorsi di benevenuto, seguiti a un armonioso intervento del coro dei bambini delle elementari, hanno preparato l’attesa del pubblico al discorso del presidente israeliano.
Già noto al pubblico milanese, in particolare al gruppo persiano di cui condivide l’origine, Moshé Katsav ha tenuto in questa occasione a rassicurare i presenti sulle nuove soddisfacenti relazioni politiche instaurate in quest’ultimo periodo tra Israele e Italia e sulla future relazioni con il Vaticano, grazie al proseguimento da parte dell’attuale pontefice dell’opera del suo predecessore.

Katsav è poi passato ai nuovi rapporti tra israeliani e i palestinesi, sottolineandone la “svolta storica”, pur nella consapevolezza della persistenza del terrorismo. “Non passa giorno”, ha affermato il presidente, “senza tentativi di attentati. Abu Mazen a parola li condanna, ma non ha la forza di eliminarli. Israele però non li tollererà”.
Un quadro generale sulla vita della popolazione israeliana, sul grande sviluppo economico del Paese, con i grandi successi nel campo scientifico (quanti Nobel!), culturale e letterario hanno portato il presidente Katsav a fare alcune amare considerazioni sulla vita della diaspora, in cui il fenomeno dell’assimilazione è in agguato. “Non interrompete la catena che da secoli ha fatto vivere il mondo ebraico. Fate in modo che i vostri nipoti conoscano e mantengano l’ebraismo”. E ha avvertito che “l’alià può essere il modo giusto per assicurarsi che questo certamente avvenga”.

Con i bambini della scuola che hanno intonato con xilofono e flauti l’Hatikva, seguita dall’inno Fratelli d’Italia, si è conclusa la serata che il presidente ha dedicato alla Comunità e che la Comunità ha particolarmente apprezzato vista la grande affluenza da parte di tutti i gruppi che la compongono.