Festival/ Racconti, ricette, teatro, dibattiti, approfondimenti…

Jewish in the City

di Fiona Diwan

Una lunghissima tavolata imbandita allestita sotto i portici della Rotonda della Besana e una cinquantina di famiglie ebraiche che porta, ciascuna, un piatto tipico legato alla propria peculiare tradizione del pasto dello Shabbat. E poi un e-book per raccogliere non solo le ricette ma anche i micro-racconti che narreranno che cosa lega il cuoco provetto a quella particolare pietanza, che cosa gli evoca e quale sorta di madelainette sia per lui.

A tavola o a teatro ciò che conta è… quel «narrate uomini la vostra storia» così importante non solo per la tradizione ebraica ma anche per quell’Alberto Savinio innamorato della milanesità che ne coniò l’espressione facendone il titolo del suo capolavoro letterario. E difatti il Teatro Franco Parenti cercherà di far rivivere l’antica tradizione chassidica del Tisch, ovvero quello scambio di storie, di idee e di racconti che avveniva durante la fine dello Shabbat nel mondo ashkenazita degli shtetl. Un’occasione questa per disconnettersi dalla rete e dalla sovraesposizione tecnologica e riconnettersi invece con gli amici, il passato, la dimensione interiore. E così, un attore racconterà come è avvenuto il suo personale incontro con l’ebraismo e inviterà sul palco la gente a raccontare esperienze analoghe, appunto in un Tisch che si inanella da una storia all’altra, in un flusso di racconto che sarà quasi un happening.

«Il Festival sarà una vera occasione di scambio tra i milanesi e il mondo ebraico: sarà chiesto a tutti, ebrei e no, di raccontare storie che abbiano qualcosa di ebraico. E poi verrà creato un sito dedicato al Festival con una pagina Facebook e un account Twitter ufficiale: per registrarsi, conoscere gli eventi in preparazione, mandare i propri racconti, le ricette, le foto, le richieste…». Così parla Valeria Cantoni di Trivioquadrivio, società che affianca la Comunità di Milano nell’organizzazione del Festival, un evento pilota a tutti gli effetti e quindi piuttosto complesso da organizzare. Anche la comunicazione interna alla Comunità, il sito Mosaico e il magazine Bollettino, saranno mobilitati nell’impresa con un piano di comunicazione ad hoc che cercherà di coinvolgere in modo interattivo e con i social network, tutti gli ebrei di Milano e i cittadini del capoluogo lombardo.

Una kermesse gioiosa, una festa dell’identità ebraica con cui “agganciare” tutti, nessuno escluso, ciascuno col proprio peculiare retaggio ebraico, libici, libanesi, persiani, italiani, egiziani, turchi, tedeschi, polacchi… e l’intero microcosmo ebraico della città. Sul sito Mosaico nonni, ragazzi, mamme, giovani, potranno raccontare “il mio Shabbat”, ossia il proprio modo di vivere, sperimentare e sentire il sabato. E quale significato abbia per lui. #IL MIO SABATO verrà gestito con Twitter, non con un account ad hoc ma con un hashtag. In questo modo, tutte le persone della Comunità che hanno  un proprio account Twitter, semplicemente digitando #ILMIOSABATO faranno confluire i loro tweet in un’unica repository che poi potrà essere pubblicata sia su Mosaico che sul sito del Festival.

Sempre sul sito, un altro spazio verrà dedicato per postare ricette e fotografie dei piatti -sempre legati allo shabbat-: dalla tradizione italo-marchigiana dei tagliolini freddi del sabato, conditi con pepe, basilico e pomodoro fresco, serviti con l’arrosto di vitello all’agresto (salsa di mosto e aceto), all’uso degli ebrei di Beyrut di preparare il Riso Hamod libanese (riso bianco accompagnato con una salsa al limone, aglio, sedano, menta, micro-polpette e verdure) fino al Robelì persiano (riso bianco con carote, uvetta e spezzatino), allo Haraimi tripolino (pesce immerso in passata al pomodoro e peperoncino piccante)… A questo proposito, il sito Mosaico e la pagina Facebook del Festival dialogheranno, in modo che ogni volta che una ricetta (con foto e racconto) viene postata sul sito, sarà pubblicata in automatico anche sulla pagina Facebook.

Tutta la parte legata alla cucina sarà curata dal sito di food Labna.it e sarà presente in home page sul sito Mosaico, ivi compresa la raccolta delle diverse ricette delle challot, il pane a treccia sabbatico. Infine, alla voce IDEE –sempre sul sito Mosaico-, ogni settimana sarà postato un diverso “quod”, una frase celebre, un pensiero sullo shabbat che sarà aperto ai commenti e alle riflessioni personali.

E poi storie di ordinaria vita quotidiana: verrà chiesto di raccontare «quella volta che ho dovuto spiegare al mio collega goy perché non rispondevo più al telefono dopo le 16 del pomeriggio di venerdì; lui mi guardava perplesso… senza capire se fossi un po’ strano e che cosa fosse questo Shabbat e perché capitava ogni volta in un orario diverso».

A programma ultimato, sia sul sito Mosaico sia sul magazine cartaceo verranno pubblicati approfondimenti, interviste e articoli relativi ai personaggi e ospiti invitati al Festival.