La Comunità è da sempre la casa di tutti, un posto accogliente e solidale, che ci unisce e rappresenta in iniziative collettive e che rimane al nostro fianco nelle fasi cruciali della nostra vita. La Comunità è anche la cosa pubblica in cui tutti noi abbiamo il diritto e l’opportunità di partecipare, migliorandola e facendola crescere insieme a noi. Questa è l’idea di comunità che ho sempre seguito, quella che ho trasmesso ai miei figli e ai miei nipoti.
In 67 anni di vita e in 43 di attività professionale, mi sono sempre impegnata per uno scopo: creare situazioni di collaborazione e solidarietà facendo tornare i conti per tutti.
L’ho fatto nei molti anni da manager in Pirelli e l’ho fatto, soprattutto dedicando tutta me stessa, nei 12 anni passati a dirigere la Residenza per Anziani Arzaga.
I risultati sono visibili nello sguardo e nelle parole dei nostri anziani, custodi per eccellenza della memoria storica del nostro popolo, e dei loro figli, che nella Residenza Arzaga hanno trovato una mano tesa e un focolare caldo di affetto, cultura e spiritualità. Insomma, una casa accogliente.
Risultato ottenuto lavorando con chi ci opera e mantenendo il bilancio economico della Residenza in positivo grazie a una gestione attenta e una costante scelta delle priorità.
Una casa dalle fondamenta solide, finanziariamente innanzitutto, ha più possibilità di diventare un luogo dove la vita è piacevole e piena.
Per questo ho deciso di presentarmi come candidata alle elezioni comunitarie e provare a dare il mio contributo nella gestione della grande casa di noi tutti, ebrei di Milano: la nostra comunità.
L’unanimità è aliena alla tradizione ebraica, che è da sempre un coacervo di costruttive iniziative e divisioni. Quando le divisioni si fanno spaccature, quando manca il cemento per continuare a costruire il nostro progetto comune, le fondamenta stesse della nostra comunità ne sono minacciate.
Quando questo comporta lentezza di decisioni, superficiale o mala gestione, ne consegue impoverimento dei fondi per portare avanti le attività fondamentali alla cui missione tutti noi crediamo: educare i nostri figli, prendersi cura dei nostri anziani, aiutare chi è in difficoltà. In una parola, promuovere, regolare e occuparsi dei bisogni materiali e spirituali di tutti gli ebrei che risiedono a Milano.
Per questo mi candido come indipendente:gli obiettivi comuni sono tanti e prioritari rispetto alle differenze nei programmi di liste contrapposte, e prova ne è quanto positivamente attuato in modo condiviso dai membri del precedente consiglio.
Il mio obiettivo è quindi quello di mettere la mia sensibilità e la mia esperienza al servizio di progetti utili alla nostra Comunità, indipendentemente da chi li propone.
Le cose da fare sono tante. Queste sono alcune di quelle che mi stanno a cuore:
Partecipazione, integrazione, unità.
- a) Partecipazione attiva degli appartenenti alla Comunità alla vita “politica” mediante informazione completa, trasparente e tempestiva da un lato e capacità di ascolto dall’altro.
- b) Coinvolgimento nelle decisioni relative a servizi comuni delle varie componenti comunitarie e integrazione degli sforzi compiuti dai vari enti.
Educazione delle generazioni future, Accoglienza e Solidarietà.
- c) Sopravvivenza della Scuola Ebraica perseguendo eccellenza, innovazione didattica e sviluppo culturale ma anche accettando di approfondire soluzioni alternative innovative, interventi di efficienza nei servizi complementari e ricerca di ogni sinergia con le altre scuole ebraiche milanesi e nazionali.
- d) Sostegno ai Servizi Sociali perchè possano intervenire su tutti coloro che sono in difficoltà, sfruttare, dove possibile, i programmi di aiuto regionali e comunali per i segmenti fragili della popolazione.
Pianificazione ed efficienza. Governance.
- e) Sostegno all’attuazione di una pianificazione economico finanziaria basata su chiari obiettivi prioritari e un efficace controllo di gestione.
- f) Assicurare una gestione professionale del Patrimonio Immobiliare per limitarne i costi di gestione e sfruttarne il valore.
- g) Appoggiare una politica organizzativa e delle risorse umane che assicuri capacità di attuazione di quanto stabilito dal Consiglio, professionalità, responsabilità e motivazione da parte dello staff comunitario.
Ognuno di noi è custode della propria identità di ebreo . Ma, come dice il Talmud, nel popolo di Israel ognuno è responsabile per l’altro. E questo non è di nuovo un momento storico felice.
L’appartenenza al popolo ebraico non si rafforza nell’isolamento e Am Israel Chai non si rafforza con la divisione e disaffezione ma con l’unione e il lavoro comune. Portiamo avanti questo progetto insieme!
Sostengono la candidatura di Antonella Musatti: Rav Giuseppe Laras, Prof.ssa Paola Sereni, Rosanna Bauer Biazzi, Isac Deil, Giorgio Mortara, Deborah Segre, Daniela Zippel