di Ilaria Ester Ramazzotti
La Federazione sionistica del Sudafrica Telfed prevede un considerevole aumento delle aliyot di giovani ebrei sudafricani in Israele, a partire da quest’anno. Telfed lo ha comunicato questo mese alla commissione per l’Immigrazione, l’assorbimento e la diaspora della Knesset, il parlamento israeliano, citando dati dell’Agenzia ebraica.
In Sudafrica vivono circa 50 mila ebrei, dei quali in media duecento all’anno fanno aliya, numero che pare destinato a salire fino a trecento nel 2016 a causa dell’inflazione, di problemi economici e altresì per la scelta di studiare in università israeliane. La federazione “Telfed ha avviato un programma speciale per incoraggiare le aliyot di studenti provenienti dal Sudafrica”, ha detto l’amministratore delegato della federazione Dorron Kline, come ha riportato il Jerusalem Post.
“Siamo diventati sempre più consapevole del fatto che ci sono genitori all’interno della comunità ebraica sudafricana che vorrebbero vedere i loro figli impegnati nei loro studi universitari fuori dal Sudafrica, in particolare in Israele – ha sottolineato Kline -. Ritengono che tutto questo dovrebbe essere facilitato da un sistema strutturato reso disponibile in Israele, che dia un senso di sicurezza agli studenti e ai genitori e dia allo stesso tempo l’opportunità di studiare presso università riconosciute a livello internazionale.” L’obiettivo, ha spiegato, è quello di offrire un programma quadro ai turisti e agli studenti sudafricani affinché possano studiare in lingua inglese. Inoltre, “Israele è riconosciuto come un paese stabile finanziariamente e con buone opportunità di occupazione e di imprenditorialità – ha concluso Kline -. Questo è un altro fattore che attrae olim dal Sudafrica”.
Va aggiunto che Israele e Sudafrica sono finiti ai ferri corti molte volte negli ultimi tempi, in particolare lo scorso anno, quando alcuni funzionari del partito di governo African National Congress hanno minacciato di punire gli studenti che avevano visitato lo Stato ebraico. Nel 2014 il rabbino capo Warren Goldstein, con la comunità ebraica sudafricana, ha accusato il partito di aver “tradito il sogno sudafricano di un dialogo pacifico e dignitoso”.
Sempre dal 2014 il clima si è incupito anche a seguito delle dichiarazioni del vice segretario dell’African National Congress Jessie Duarte, il quale aveva condannato gli attacchi dell’esercito di Israele contro obiettivi di Hamas marchiandoli come “barbari attacchi contro il popolo palestinese indifeso di Gaza”, aggiungendo che Israele aveva trasformato i “territori occupati della Palestina in campi di sterminio permanenti” e chiedendo a tutti i sudafricani di boicottarlo.