di Paolo Castellano
Il processo di integrazione e di tolleranza passa anche dai party. Tale convinzione ha portato alla realizzazione dell’evento Friendship Jam organizzato dall’azienda israeliana SodaStream.
La festa contro ogni forma di razzismo e di intolleranza si è svolta il 18 febbraio nei pressi di Rahat in cui poche settimane prima era stata accoltellata una signora di 65 anni mentre faceva la spesa nel mercato aperto della città.
Circa 1,200 giovani ebrei, beduini e arabi sono arrivati nello spazio dedicato alla festa da luoghi molto distanti come Tel Aviv, pronti per trascorrere un giorno all’insegna della musica, dell’amicizia, del cibo e del dialogo.
L’iniziativa chiamata anche Peace Intifada è stata voluta calorosamente del CEO dell’azienda SodaStream, Daniel BirnBaum: «A seguito dell’accoltellamento a Rahat da parte di un giovane palestinese; il ragazzo ha deciso di stare insieme a noi e ha confessato che è sbagliato per un bambino girovagare con un coltello aggredendo la gente», ha spiegato. «I bambini dovrebbero fare altre cose come giocare e incontrarsi facendo musica insieme».
Secondo Birnbaum, l’evento nasce dalla presa di posizione delle nuove generazioni contro l’ondata di terrore dilagata in tutto Israele: gli autori delle aggressioni erano giovanissimi, con un età compresa tra i 13 e 15 anni. «Questo è un messaggio di speranza che porterà la pace alla fine», ha dichiarato.
L’azienda israeliana che realizza bottiglie e macchinari per produrre acqua e bibite gasate in casa, SodaStream, ha dimostrato da tempo che la convivenza tra popoli diversi è possibile. Secondo Birnbaum, la forza lavoro della fabbrica è lo specchio della variegata società di Israele. I dipendenti sono circa 400 beduini da Rahat, quasi 100 palestinesi di Giudea e Samaria, quasi 100 arabi israeliani, ebrei dalla città e dei villaggi nelle vicinanze, nonché nuovi immigrati provenienti dall’ex Unione Sovietica e dall’Etiopia.