Monaco: la BMW si scusa pubblicamente per aver sostenuto il regime nazista

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di Nathan Greppi

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Gunther Quandt

“Ad oggi, l’enorme sofferenza causata e il destino di molti lavoratori forzati rimane oggetto del nostro più profondo rimorso”. Così è scritto in una dichiarazione rilasciata in occasione del 100esimo anniversario della fondazione della BMW, avvenuta nel 1916 a Monaco di Baviera, e riportata sul sito European Jewish Press.

La nota casa automobilistica, sempre secondo la dichiarazione, sotto il regime nazionalsocialista divenne fornitrice di veicoli per l’industria bellica tedesca. A seguito dell’aumento della domanda, la casa automobilistica reclutò molta manodopera nei campi di concentramento, costringendo i prigionieri a fabbricare motori e veicoli.

Tra gli azionisti della BMW dell’epoca un ruolo chiave lo ebbe Gunther Quandt, il quale era stato sposato con Magda Ritschel, in seguito divenuta moglie del ministro della propaganda Joseph Goebbels. I rapporti della famiglia Quandt con il regime sono stati ampiamente descritti nel documentario del 2007 “Il silenzio dei Quandt”, il quale mostra come il patriarca Gunther fosse iscritto al partito nazionalsocialista sin dal 1933, anno della sua salita al potere, e come durante la guerra avesse sfruttato migliaia di prigionieri ridotti in schiavitù.

Dopo la fine della guerra, Gunther Quandt fu arrestato anche a causa dei suoi legami con Goebbels, che mesi prima si era suicidato assieme alla moglie Magda sopprimendo sei dei loro figli (l’unico a salvarsi, Harald, morì anni dopo in un incidente aereo in Piemonte). Tuttavia, Gunther venne ritenuto innocente e giudicato un “mitlaufer”, ossia un uomo che aveva collaborato coi nazisti per puro conformismo senza partecipare attivamente ai loro crimini.

“Dagli anni ’90, la BMW si è sforzata attivamente nel promuovere l’apertura, il rispetto e la comprensione tra culture”, conclude la dichiarazione.