L’Orchestra israeliana rompe il tabù

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700 spettatori hanno accolto martedì sera a Bayreuth, in Germania, l’orchestra sinfonica israeliana. L’occasione era speciale: l’esecuzione per la prima volta, di musiche di Richard Wagner.

Il concerto è cominciato con l’esecuzione dell’inno nazionale israeliano, “Ha Tikwa”, a cui sono seguite, musiche di Liszt, e poi quelle di alcuni autori messi al bando dal regime nazista, come Mahler e  Mendelsonn, e poi con quelle dell’israeliano Zvi Avni. La chiusura è stata con Wagner, con un estratto del Siegfried.
L’evento è di portata storica, senza precedenti: dal 1948 infatti in Israele esiste un divieto di fatto di eseguire le opere di Wagner – amate da Hitler e utilizzate per la propaganda nazista. Tant’è vero che in Israele la partecipazione della Israeli Chamber Orchestra all’annuale festival wagneriano di Bayreuth – che quest’anno compie 100 anni –  non è stata priva di polemiche.

Per Eran Ershkovizt però, esecutore capo dell’Orchestra, andare a Bayreuth, partecipare a questo festival è stata  quasi una missione, una rivincita sulla storia e sulla malvagità: “musiche ebraiche eseguite da musicisti ebrei dello stato ebraico”: “questo è il concerto della vittoria” ha detto. “Alcuni di noi piangevano; è stato un momento storico” ha detto ancora Hershkovitz. “60 anni fa qui i tedeschi uccisero gli ebrei; 60 anni fa questa era una città nazista; oggi per le strade ci sono le nostre bandiere”.

Molti dei musicisti della filamornica israeliana sono figli di sopravvissuti alla Shoah, e la scelta di recarsi in Germania è stata del del tutto volontaria. Su 36 musicisti, soltanto  uno ha rinunciato. Il direttore dell’orchestra, Roberto Paternostro, egli stesso figlio di una sopravvissuta, ha dichiarato: “Il filonazismo di Wagner è aberrante, ciononostante egli è un grande compositore” e “lo scopo, in questo 2011, è di separare l’uomo dalla sua arte”.

Chi è contrario allo sdoganamento è invece uno dei pronipoti del compositore tedesco. “Wagner è stato il modello culturale di Hitler, le sue teorie non sono estranee a quello che è successo a Auschwitz – ha dichiarato Gottfried Wagner. “Non si può dire è bella musica senza pensare a tutto il resto”.