Martini attacca la circoncisione

Italia

Il sottosegretario al Welfare Francesca Martini, dopo la tragedia del piccolo nigeriano morto a Bari per una circoncisione mal eseguita, attacca: “E’ una pratica barbara, raccapricciante. E dobbiamo scoraggiarla con ogni mezzo. Se vogliamo davvero raggiungere l’integrazione degli stranieri che la impongono ai loro bambini non dovremmo mai accettarla”. E continua “E’ un rituale odioso”.

Forse qualcuno dovrebbe spiegare al sottosegretario che da millenni la pratica della circoncisione è seguita in Italia dai cittadini italiani di fede ebraica, che non per questo sono meno “integrati” nella società civile.

E forse qualcuno dovrebbe spiegare a Martini che questa pratica “barbara” è da decenni praticata di routine negli ospedali americani su tutti i neonati, proprio per la sua utilità igienico sanitaria. Tra l’altro, l’incidenza dei tumori al collo dell’utero è inferiore sulla popolazione femminile con partner circoncisi, perché è stato dimostrato che è minore la diffusione del papillomavirus che predispone a questo tipo di cancro.

Anche Isabella Bertolini, deputata del Pdl, ha dichiarato: “Il bimbo deceduto a Bari per una grave emorragia, causata probabilmente da una circoncisione effettuata a domicilio, è l’ennesima vittima di pratiche barbare ed incivili. Non possiamo più fare finta di nulla. Evidentemente occorre agire immediatamente anche sotto il profilo strettamente educativo-culturale. I medici di base, i pediatri, i ginecologi, le associazioni più attive sul fronte della mediazione culturale – sostiene – devono svolgere un ruolo di attiva dissuasione nei confronti di pratiche religiose estremamente pericolose. Sono totalmente contraria alla sperimentazione della circoncisione, effettuata in alcune regioni nelle strutture sanitarie pubbliche, a spese dello Stato e dei contribuenti italiani. Le mutilazioni genitali sono rischiose, dannose e devono essere bandite in Italia”.

“Sono dichiarazioni che denotano una scarsa conoscenza», ha dichiarato Rav Giuseppe Laras, difendendo la milà, praticata da millenni dagli Ebrei (oltre che dai musulmani). “La circoncisione rituale è un’operazione religiosa che non lede in alcun modo la funzionalità dell’organo, non è una mutilazione né una pratica barbara. In Italia la comunità ebraica svolge questo rito in ambienti assolutamente igienici, con una completa salvaguardia della salute e la presenza di un medico, quando il circoncisore stesso non lo sia”. L’importante, ribadisce Laras, sono le condizioni in cui viene fatta.