Tra tutti i Paesi del Mediterraneo.
Yacov Ben Yizri, ministro israeliano della Sanità, è stato a Milano dal 2 dicembre per partecipare alla “Prima conferenza internazionale: la collaborazione politica tra i sistemi sociosanitari dell’area del Mediterraneo e del Medioriente”. Questa, promossa dall’Associazione Monte Sinai, ha visto coinvolti ai massimi livelli il Ministro italiano della Sanità, la Regione Lombardia, il Ministro della Sanità d’Israele, il Ministro della Sanità dell’ANP, oltre a una folta rappresentanza di medici israeliani e italiani (il gruppo dell’AME in prima fila, con il loro presidente Giorgio Mortara).
Yacov Ben Yizri con Mosaico si dimostra particolarmente affabile e cordiale, conversando in un fluente francese, ultimo ricordo del suo paese di nascita, il Marocco, lasciato ormai per compiere l’alià dal 1949, a 22 anni. Il ministro è un grande esperto in sanità pubblica, avendo operato, per un periodo anche come direttore, nel Clalit Health Services (1958-1993) e nel Pardes Hannah Local Council (1955-1963). Dal marzo 2006 è entrato alla Knesset, eletto nella lista dei Pensionati, e ricopre la carica di ministro della Sanità
Questa è la sua prima visita da ministro in Italia, Paese che invece mostra di conoscere bene e di apprezzare. Il discorso cade ovviamente sulla sanità e sui rapporti con i palestinesi (a uno dei pranzi ufficiali Yacov Ben Yizri e Fathi Abu Moghli, ministro della Sanità dell’ANP, siedono affiancati, chiacchierando amichevolmente).
“Sono rapporti”, conferma il ministro, “che stiamo portando avanti da oltre quattro anni, con completa collaborazione da entrambe le parti. Ci consultiamo continuamente, in caso di epidemie o malattie contagiose, per curare malati di qualsiasi nazionalità e anzi alcuni ragazzi palestinesi sono venuti proprio qui in Italia per essere operati.”
“La medicina”, dice ancora, “non può né deve conoscere frontiere: il futuro network sul quale stiamo lavorando dovrà coinvolgere tutti i paesi del Mediterraneo, offrire cure e pari opportunità di guarigione a tutti, in qualunque paese si trovi”. È ottimista, crede che siano questi “programmi concreti i veri ambasciatori di pace”. Dà appuntamento per l’accensione della Chanucchià in via Guastalla il 4 dicembre: anche questa occasione, in cui ha cantato lui stesso le melodie della festa, è stato un successo di simpatia e cordialità.