di Ilaria Ester Ramazzotti
Due giovani arabi residenti a Gerusalemme est, di 18 e 19 anni, sono stati arrestati con l’accusa di aver aggredito due ebrei ortodossi durante lo Shabbat del 30 dicembre scorso, picchiandoli e costringendoli a ‘convertirsi’ all’Islam. Lo ha reso noto la polizia israeliana in un tweet del 2 gennaio.
I due haredim aggrediti hanno riferito ai loro legali di essere stati costretti a pronunciare i versetti in arabo della conversione alla fede islamica, a lodare l’organizzazione terrorista Hamas e a maledire lo stato di Israele e il primo ministro Benjamin Netanyahu, mentre i loro aggressori filmavano l’evento in un video per poi fuggire dalla scena. Per i due arrestati, ha aggiunto la polizia, verrà chiesta al tribunale l’estensione della custodia cautelare in carcere.
Il procuratore Honenu Haim Bleicher ha affermato che i fatti accaduti costituiscono un grave episodio antisemita, episodio non isolato in città, di questi tempi. “È un evento che ci ricorda i giorni bui in cui gli ebrei venivano umiliati e calpestati – ha sottolineato il procuratore a JewishPress.com -. Gli aggressori non hanno solo fatto del male fisicamente alle loro vittime, ma li hanno anche umiliati, costringendoli a subire un calvario caustico, razzista e antisemita”.