di Nathan Greppi
Martedì 6 febbraio i media hanno riportato due fatti in cui esponenti dell’estrema destra polacca hanno denunciato un “complotto ebraico” contro la nuova legge che impedisce di accusare i polacchi di aver deportato gli ebrei nei campi durante la guerra.
Il caso dell’eurodeputato
Il primo caso, riportato dall’EJ Press, riguarda Ryszard Czarnecki, membro del partito al governo Diritto e Giustizia (PiS in polacco) ed ex-vicepresidente del Parlamento Europeo, il quale ha accusato gli ebrei americani di complottare contro la nuova legge nel corso di un dibattito televisivo il sabato sera, accusandoli di “aggressività” nei confronti della Polonia. Czarnecki ha anche citato una frase di Roman Dmowsky, che fu Ministro degli Esteri Polacco negli anni ’20 ed era noto per il suo fervente antisemitismo: “Sono un politico polacco e ho obblighi polacchi.”
Czarnecki è stato rimosso dal suo incarico di vicepresidente mercoledì 7 febbraio dopo aver insultato un’altra eurodeputata polacca, Rosa Thun, da lui definita “Szmalcownik”, un termine dispregiativo che indica coloro che collaboravano con i nazisti durante la guerra.
Dopo aver votato a favore delle dimissioni di Czarnecki, l’Europarlamento ha dichiarato che la sua decisione non è contro la Polonia o il PiS, ma “semplicemente i leader politici hanno espresso l’opinione che il Signor Czarnecki non li rappresenta più.”
Il pericolo della Gioventù Polacca (MW)
Diverso invece è ciò che sta succedendo in Polonia: qui, dopo che la settimana scorsa le autorità hanno impedito una grossa manifestazione davanti all’Ambasciata Israeliana a Varsavia, alcuni gruppi neofascisti si stanno nuovamente mobilitando contro “l’aggressione israeliana” alla nuova legge.
Secondo Algemeiner lunedì 5 febbraio, il giorno prima che il presidente Andrzej Duda ha approvato la proposta di legge, i sostenitori del movimento ultranazionalista Gioventù Polacca (MW), sezione giovanile del partito noto come Movimento Nazionale, si sono riuniti davanti al Palazzo Presidenziale di Varsavia per chiedere che le procedure per far entrare la legge in vigore venissero accelerate. In quell’occasione, i manifestanti hanno gridato slogan quali “Togliti la Kippah!” Inoltre, il capo della MW Robert Winnicki ha chiesto che l’ambasciatrice israeliana in Polonia, Anna Azari, diventasse subito “persona non grata.”
“Stiamo affrontando un’aggressione politica e diplomatica senza precedenti da parte di Israele contro la Polonia,” ha affermato Winnicki. “Stiamo affrontando una campagna globale e internazionale di diffamazione, e la Polonia deve essere attrezzata con i giusti mezzi per combattere questa aggressione israeliana.” Ha continuato dicendo che “Dobbiamo avere i mezzi per processare i bugiardi, punirli, poiché lo stato polacco non può rimanere indifeso contro le calunnie israeliane ed ebraiche.”
Formatosi dopo la fine del comunismo nel 1989, e influenzato dall’omonima organizzazione esistita prima della 2* Guerra Mondiale, la MW è riuscita a far scendere in piazza 60.000 dimostranti per le strade di Varsavia nel novembre 2017 (nella foto in alto), in occasione del Giorno d’Indipendenza. La manifestazione ha visto partecipare anche innumerevoli estremisti di destra da tutta Europa, compresi esponenti di Forza Nuova.
Martedì 6, il giorno dopo l’inizio delle manifestazioni, la MW ha rilasciato un manifesto intitolato “Ferma l’Arroganza Ebraica,” che ha ricevuto molta attenzione da parte dei media polacchi. Sostenendo che la Polonia sia “un vassallo dei circoli ebraici,” il manifesto affermava che sia arrivato il tempo che gli storici esaminino la “slealtà di gran parte degli ebrei polacchi verso lo stato polacco” durante la guerra, accusando gli ebrei di aver “denunciato” i loro vicini polacchi durante l’occupazione sovietica. Slealtà di cui accusano anche gli ebrei polacchi di oggi, definiti “quinta colonna” per i loro rapporti con Israele. “Gli ebrei sono sempre stati una civiltà distinta, fondata su modelli religiosi e culturali diversi.” Il manifesto si conclude incitando i giovani polacchi a “svegliare la nostra nazione dal suo letargo svelando il vero volto dei rapporti tra polacchi ed ebrei.”
Questo manifesto “è probabilmente il più radicale dagli anni ’30, e non stiamo parlando di una piccola organizzazione,” ha dichiarato Rafal Pankowski, fondatore dell’ONG antifascista Nigdy Wiecej (Mai Più). Infatti, secondo un sondaggio della fondazione polacca CBOS, il 38% dei polacchi tra i 18 e i 24 anni sostiene l’MW w altri gruppi di estrema destra. A novembre, Il Congresso Ebraico Europeo ha svelato che in Polonia c’è stato un notevole aumento di aggressioni antisemite nell’ultimo periodo.