di Luciano Assin
Per la prima volta, da quando Gerusalemme est è passata sotto il controllo israeliano, una lista palestinese si presenterà alle elezioni municipali della città. Il promotore dell’iniziativa è Ramadan Dabash, direttore del centro comunitario del villaggio di Zur Baher, un quartiere della zona est della capitale israeliana. Dabash ha un passato di attivista del Likud, il partito di Netanyhau, ma a suo dire le ragioni del suo trascorso impegno politico furono pratiche e non ideologiche.
La posizione legislativa degli arabi palestinesi della parte est di Gerusalemme è alquanto complicata. Teoricamente potrebbero richiedere, e ottenere nella maggior parte dei casi, la cittadinanza israeliana, ma di fatto il rifiuto da parte della popolazione è praticamente totale per non dare segni di collaborazione col governo.
Il compromesso attuale considera i palestinesi come”residenti permanenti“, e come tali aventi diritto a partecipare alle elezioni municipali. I palestinesi rappresentano il 40% della popolazione di Gerusalemme, una porzione determinante degli 800mila abitanti della capitale. Fino ad oggi il boicottaggio contro le istituzioni politiche ha sempre funzionato, ma recenti sondaggi dimostrano che almeno il 60% della popolazione araba si è dimostrata favorevole ad un’eventuale partecipazione elettorale.
Dabash si dimostra ottimista nonostante i tentativi falliti nel corso dei decenni, “sono convinto che ormai siamo maturi per prendere parte attiva alla vita politica della città e determinati a gestire il nostro futuro” ha affermato in un’intervista pubblicata sul prestigioso quotidiano Ha’aretz, “possiamo influenzare in meglio la nostra vita senza per questo rinunciare alla nostra identità palestinese” ha aggiunto. Oltre al fatto di riconoscere di fatto la sovranità israeliana, i suoi oppositori considerano Dabash un personaggio troppo vicino alle leve del potere con un passato politico non affatto trasparente.
Le elezioni municipali sono programmate per ottobre, Dabash prevede per la sua lista “Gerusalemme per i Gerosolomitani” un risultato di 4-5 seggi del consiglio comunale, qualcosa come il 15% dei voti. La verità è che anche il promotore di questo per certi versi “rivoluzionario” tentativo politico, è cosciente che senza l’appoggio Giordano, dell’Autonomia Palestinese e dei suoi partiti,il risultato finale della sua iniziativa è destinato a rimanere molto limitato se non addirittura a fallire. Un augurabile appoggio europeo potrebbe fare la differenza.