di Ilaria Myr
Sul nucleare “l’Iran ha mentito”: lo ha dichiarato il premier israeliano Benyamin Netanyahu, che ha rivelato come Israele sia entrato in possesso dei “dossier nucleari segreti iraniani”. Questi svelano che, malgrado l’accordo con le potenze occidentali del 2015, l’Iran ha continuato con lo stesso programma nucleare, puntando a possedere almeno 5 ordigni come quello sganciato su Hiroshima. (Qui il video con il testo integrale).
Si tratta – ha dichiarato Netanyahu nel suo messaggio alla nazione trasmesso in televisione – “di uno dei maggiori successi di intelligence che Israele abbia mai conseguito. Sono sicuro – ha detto ancora il premier israeliano – che Trump farà la cosa giusta” quando deciderà se gli Usa dovranno o meno restare nell’accordo sul nucleare dell’Iran.
”L’accordo sul nucleare è basato su menzogne”, ha affermato ancora, facendo riferimento all’accordo siglato da Barack Obama con l’Iran, sul quale dovrà esprimersi a giorni il presidente Trump, decidendo se uscirne. L’accordo del 2015 prevede la riduzione da 10.000 a 300 chilogrammi delle scorte iraniane di uranio arricchito (al livello massimo del 3,67%) negli impianti di Natanz e Fordow, i due siti impiegati appunto per questa attività. Le centrifughe usate per l’arricchimento dovevano essere ridotte da 19.000 a circa 6.000, di cui 5.000 a Natanz e 1.000 a Fordow, al solo scopo di ricerca.
“L’Iran ha mentito quando ha affermato di non aver avuto un programma per la produzione di ordigni nucleari. Anche dopo l’accordo – ha aggiunto Netanyahu – l’Iran ha continuato a proteggere e ad estendere le proprie conoscenze sulle armi atomiche, per uso futuro. L’Iran ha mentito ancora – ha affermato – nel 2015 alla Agenzia internazionale per l’energia atomica”.
I documenti sono stati condivisi già qualche tempo fa con l’amministrazione Usa, e ora Netanyahu li sta presentando agli altri leader europei: Emmanuel Macron, Angela Merkel e Vladimir Putin.
L’Iran: “Gioco infantile di Netanyahu”
Le parole di Netanyahu hanno provocato la reazione di Teheran: su Twitter il ministro iraniano degli Esteri, Javad Zarif, si è scagliato contro il premier israeliano, definendolo “il bambino che grida al lupo al lupo” e definendo “ridicolo” che il Mossad abbia trovato 55000 documenti sul nucleare perché l’Iran non custodirebbe mai documenti così importanti in un’area abbandonata come quella di Araghci (dove Netanyahu dice che sono stati rinvenuti).
BREAKING: The boy who can't stop crying wolf is at it again. Undeterred by cartoon fiasco at UNGA. You can only fool some of the people so many times. pic.twitter.com/W7saODfZDK
— Javad Zarif (@JZarif) April 30, 2018
“Quello che è successo oggi e che è accaduto di recente mostra che ho avuto ragione al 100%”. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump rispondendo a domande circa l’accordo del nucleare iraniano dopo l’intervento del premier Israeliano Benjamin Netanyahu.
Trump ha definito una “situazione non accettabile” quella relativa al programma iraniano. “L’avrete visto, io l’ho visto in parte”, ha aggiunto riferendosi all’intervento di Netanyahu. Sull’imminente scadenza di una sua decisione sull’accordo iraniano, Trump ha ripetuto: “Vedremo cosa succede. Non vi dico cosa farò ma in molti credono di saperlo”.
Mogherini (Ue): “Netanyahu non ha provato le violazioni”
“Da quello che abbiamo visto dalla sua esposizione, il primo ministro (Israeliano) Netanyahu non ha messo in dubbio l’adempimento dell’Iran” all’accordo sul nucleare, che “non è basato su buona fede o fiducia, ma su impegni concreti, meccanismi di verifica e un rigido monitoraggio dei fatti”, che certificano come “l’Iran rispetti pienamente i patti”. Lo scrive in una nota l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini.
“Prima di tutto – scrive -, la reazione può essere solo preliminare, perché, com’è ovvio, dobbiamo fare una verifica nei dettagli” di quanto esposto da Netanyahu, “vedere i documenti e ottenere il parere dell’IAEA (l’agenzia dell’Onu per l’energia atomica, ndr)“, perché quest’ultima “è l’unica organizzazione imparziale, internazionale che ha il mandato di verificare gli impegni dell’Iran”. “Non ho visto da parte di Netanyahu argomenti che provino una violazione da parte dell’Iran” di un accordo che “fu creato proprio perché fra le parti non c’era la fiducia”.
L’Iaea: “nessuna attività nucleare dopo il 2009”
Nella serata del 1 maggio è arrivata anche la dichiarazione dell’IAEA che respinge le tesi di Netanyahu, dichiaraando che non ci siano notizie credibili di attività svolte in Iran per la sviluppo di ordigni nucleari dopo il 2009”.
“Nel dicembre 2015, il direttore generale della IAEA Yukiya Amano ha presentato la valutazione finale sulle passate e presenti questioni in sospeso relative al programma nucleare iraniano al Consiglio dei Governatori dell’IAEA” – si legge nella nota -. Nella relazione, l’Agenzia ha valutato che, prima della fine del 2003, era in atto una struttura organizzativa in Iran idonea al coordinamento di una serie di attività rilevanti per lo sviluppo di un ordigno esplosivo nucleare. Sebbene alcune attività abbiano avuto luogo dopo il 2003, non facevano parte di uno sforzo coordinato. La valutazione generale dell’Agenzia è stata che una serie di attività rilevanti per lo sviluppo di un ordigno esplosivo nucleare sono state condotte in Iran prima della fine del 2003 come uno sforzo coordinato e alcune attività hanno avuto luogo dopo il 2003. L’Agenzia ha anche valutato che tali attività non siano andate oltre la fattibilità e gli studi scientifici e l’acquisizione di alcune competenze e capacità tecniche rilevanti. Lo stesso rapporto afferma che l’Agenzia non ha fornito indicazioni credibili sulle attività in Iran rilevanti per lo sviluppo di un ordigno esplosivo nucleare dopo il 2009. Sulla base della relazione del direttore generale, il consiglio dei governatori ha dichiarato che l’esame di questo problema è stato chiuso.
In linea con la prassi standard dell’AIEA, “l’AIEA valuta tutte le informazioni rilevanti in materia di salvaguardia a sua disposizione. Tuttavia, non è prassi dell’AIEA discutere pubblicamente questioni relative a tali informazioni”.
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