di Nathan Greppi
Grande stupore ha suscitato in Israele la scoperta, avvenuta la settimana scorsa, di una ricca collezione di ceramiche di 2000 anni fa, ritrovate in una grotta al confine con il Libano. Secondo il Jerusalem Post, un gruppo di archeologi affiliato all’Autorità Israeliana per le Antichità e all’Accademia di Safed ha ritrovato grosse giare per il vino, vasi e stoviglie.
Il gruppo ha iniziato le ricerche nell’Ovest della Galilea nel 2017, sotto la guida dello speleologo Yinon Shivtiel, docente all’Accademia di Safed. A causa della vicinanza della grotta con il confine libanese, le operazioni sono state coordinate con il supporto dell’esercito. Il Dott. Danny Syon dell’Autorità per le Antichità ha dichiarato che “a una prima impressione, i ritrovamenti sembrano risalire al periodo ellenistico, tra il III e il I secolo a. e. v.”
Per quanto riguarda il motivo per cui siano stati trovati in una caverna, Syon ha aggiunto che “considerando che sono stati trovati vasi e stoviglie, si direbbe che coloro che li hanno portati meditavano di vivere qui per un po’. Si può desumere che chiunque si sia nascosto qui sia fuggito da un evento pericoloso che ha avuto luogo nell’area. Magari analizzando i resti più attentamente li potremo ricollegare a un evento storico conosciuto. È più complicato capire come sono stati portati dentro la caverna, nella quale è molto difficile entrare. Forse in passato esisteva una via più facile (per entrare) che è sparita con il tempo.”
Una volta recuperati, i manufatti sono stati portati in un centro dell’Autorità per le antichità per essere studiati e restaurati.