di Roberto Zadik
Spesso i paragoni sono pericolosi e infatti, stando al sito “Times of Israel” il Ministro dell’Agricoltura romeno Petre Daea è finito nell’occhio del ciclone per aver paragonato un rogo di un gran numero di maiali contagiati da un epidemia africana di febbre suina a coloro che morirono nel lager di Auschwitz. Una metafora molto infelice che prevedibilmente ha scatenato indignazione e conseguenze contro di lui.
“I maiali sono stati inceneriti, è stato un lavoro straordinario come quanto accaduto ad Auschwitz” ha affermato, martedì scorso, in una intervista alla televisione locale e subito le polemiche si sono scatenate contro questa frase decisamente azzardata. Due giorni dopo, giovedì il Ministro si è scusato dicendo “non volevo offendere nessuno ma solo esprimere quanto provavo in quel momento” ma non è servito a nulla e a quanto pare non è la prima volta che con le sue dichiarazioni egli suscita scalpore nell’opinione pubblica.
Reazioni indignate
L’opposizione del Centro Destra ha immediatamente reagito invitando Daea a rassegnare le dimissioni e a queste polemiche si è unito anche il Primo Ministro romeno Dacian Ciolos che ha ribadito quanto sia “inammissibile paragonare l’incenerimento dei suini a una tragedia di proporzioni mondiali” come quella del celebre lager nazista nella Polonia occupata in cui vennero commesse terribili atrocità . Ma le proteste non finiscono certo qui e dalle parole si passa ai fatti e a vere e proprie azioni legali. Il Consiglio Nazionale nella Lotta alla Discriminazione ha fatto sapere che aprirà un’inchiesta ai danni di Daea indagando sulle ragioni che l’hanno spinto a tali esternazioni. “Si tratta di dichiarazioni estremamente negative e capaci di violare la dignità umana, generando avversione e umiliando coloro che hanno sofferto e ricordano la Shoah” ha affermato il presidente del gruppo, Csaba Asztalos a AFP.
Il sito ha poi ribadito l’assurda comparazione effettuata da Daea. E’ difatti imparagonabile una semplice febbre suina che secondo gli studi scientifici non si trasmetterebbe in alcun modo agli esseri umani restando circoscritta al mondo animale e l’immane genocidio degli ebrei costato la vita a più di un milione e mezzo di ebrei europei massacrati nel campo fra il 1940 e il 1945.