di Nathan Greppi
Ha suscitato alcune polemiche, nel mondo del basket, la notizia che in un hotel di Istanbul, dove alloggiava la squadra israeliana del Maccabi Tel Aviv, è comparso un cartello con la scritta “Arbeit Macht Frei” (“Il lavoro rende liberi”), che compare sopra i cancelli di Auschwitz. Secondo il Corriere della Sera, il Maccabi si trovava lì giovedì 6 dicembre per un incontro con una squadra locale, il Darussafaka, per l’undicesimo turno dell’Eurolega, il più importante campionato di basket europeo.
Ad accorgersi del cartello è stato un giocatore del Maccabi, l’israelo-americano Jake Cohen (che gioca anche nella nazionale), il quale lo ha fotografato e postato su Twitter con un commento ironico: “È molto curioso che questo poster sia affisso nel nostro hotel.” E di fianco l’hashtag #WeRemember.
Come ricorda il Corriere, questa non è la prima volta che il Maccabi si trova al centro di polemiche legate all’antisemitismo: il 7 marzo 1979, ad esempio, al palasport di Varese si stava disputando una partita con la locale Emerson, quando sugli spalti vennero agitate delle croci e urlati slogan razzisti. In seguito a quell’episodio, il comune di Varese si scusò pubblicamente con Israele e organizzò numerosi viaggi as Auschwitz per le scolaresche. Un caso analogo fu quello avvenne nel 2014 quando, in seguito alla vittoria del Maccabi sul Real Madrid Baloncesto, le comunità ebraiche spagnole denunciarono numerosi messaggi antisemiti pubblicati sui social.
In seguito, fortunatamente, la partita con il Darussafaka si è svolta senza problemi, e per altro il Maccabi ha vinto 73-71.