Guido Roberto Vitale: un ebreo italiano, il re dei “bastian cuntrari”

Personaggi e Storie

di Emma Treves

Guido Roberto Vitale è mancato all’improvviso. Eravamo amici mi pare da sempre. Sono arrabbiata perché se ne è andato senza salutarmi. Ma c’era da aspettarselo da lui: era uomo discreto, silenzioso, sornione. Che scherzo ci ha fatto!
Non è che ci vedessimo molto negli ultimi anni, ma una telefonata me la faceva spesso per sapere come stavo, anche se non me lo chiedeva mai. Affetto lui non sapeva mostrarlo, ma in qualche modo ti faceva capire che a te ci teneva.
Guido resta per me il re dei “bastian cuntrari”, come diciamo noi piemontesi. Se tu dicevi A, lui diceva B e pur sapendo di avere torto, partiva in quarta con le sue argomentazioni e non mollava mai, finché, esausto, eri obbligato a dargli ragione o comunque ad avere dei dubbi.

Da grande provocatore quale era, riusciva, con la sua acuta intelligenza, a sostenere tesi impossibili, che fosse politica, religione o puri pettegolezzi.
Era un piacere ascoltare le sue lente dissertazioni, studiate, precise nella scelta delle parole e poi i quei lunghi silenzi in cui immaginavi il suo cervello lavorare a mille.
Quando si presentava a qualcuno, subito aggiungeva di essere ebreo e io lo riprendevo dicendo che quella postilla non era necessaria. “Meglio che lo sappiano subito” , mi rispose una volta.

Ci teneva tantissimo alle sue radici, lui che dovette lasciare l’Egitto negli anni 50.
Certo in sinagoga non lo si è mai visto, era un ebreo laico, ma so che rav Hazan era un suo grande amico. Mi sarebbe piaciuto ascoltarli discutere.
Sembra inutile parlare qui del suo successo professionale e della sua cultura, del suo amore per la Puglia dove passava molto tempo interessandosi attivamente dei prodotti della sua terra.
Lo immaginerò invece e per sempre, al mattino presto davanti al pianoforte. A 81 anni prendeva lezioni. Luciana, sua adorata moglie, sarebbe orgogliosa di lui.
Ciao Luciana, ciao Guido, vogliatevi bene.

 

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Riposerà nella sua città natale, Vercelli, in quel Cimitero ebraico restaurato grazie al suo contributo. È morto, all’età di 81 anni, Guido Roberto Vitale, uno dei protagonisti dell’economia e della finanza italiana, presidente della Vitale&Co fino al giorno della sua morte e a capo di Rcs dal 2003 al 2005. Laureato in economia e commercio all’Università di Torino, poi specializzato alla Graduate School of management della Columbia, Vitale ha esordito sulla scena finanziaria nei primi anni Settanta fondando Euromobiliare, la banca d’affari ed intermediario mobiliare indipendente di cui è stato amministratore delegato sino al 1991.

Nel 1992 , chiusa l’esperienza con Euromobiliare, Vitale fonda la società di consulenza, Vitale Borghesi & C., che sarà poi ceduta a Lazard nel 1998. L’ano prima, Vitale era stato nominato amministratore delegato di Lazard Italia, carica che manterrà fino al 2001 quando nasce la Vitale e associati, oggi Vitale&Co, a capo della quale è rimasto fino alla fine. Vitale aveva tra le sue passioni anche quella per l’editoria: non solo la guida del gruppo Rcs, ma, curioso e attento alle innovazioni, è stato tra i finanziatori che permisero nel 2011 la nascita del quotidiano online Linkiesta. Vitale figura anche tra i soci di Chiarelettere, la casa editrice partecipata dal gruppo Gems.

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Il ricordo di Francesco Cancellato direttore di Linkiesta.it

Lo storico banchiere d’investimento, tra i fondatori ed editori de Linkiesta.it, si è spento a 81 anni. Ricordo di un intellettuale curioso e appassionato, coi piedi nel mondo, e di un’Italia che gli assomigliava sempre meno

A volte, il destino delle persone è scritto nel loro nome. Nel caso di Guido Roberto Vitale, scomparso oggi, all’età di 81 anni, era scritto nel cognome. Vitale, per l’appunto. Capace ancora di incuriosirsi, di stupirsi, di appassionarsi di indignarsi. Nonostante l’età. Nonostante le avesse viste tutte, o quasi, in quarantacinque anni nel cuore dell’economia italiana. Chi, come chi scrive, l’ha conosciuto di recente, ha scoperto oggi, leggendo i coccodrilli dei grandi giornali, della sua formazione tra Vercelli, Torino e la Columbia University di New York, delle innovazioni che ha introdotto nella cultura manageriale italiana, dei suoi incarichi in Euromobiliare, Lazard, Rcs Media Group.

Difficile definirlo: manager, finanziere, banchiere d’investimento. Forse più che il ruolo ciò che definiva Guido Roberto Vitale era il modo in cui lo interpretava. Con indipendenza, carisma, intuito. Wit, lo definirebbero gli inglesi: qualcosa a cavallo tra l’intelligenza strategica e l’acume dell’istante. Guido Roberto Vitale era questo, nel suo mondo. E per questo era ascoltato e rispettato da tutti.