di Paolo Castellano
«Non posso raccomandare agli ebrei di indossare una kippah ovunque e in qualsiasi momento. È triste dirlo». Queste le parole di Felix Klein, incaricato del governo federale tedesco contro l’antisemitismo, contenute in una lunga intervista rilasciata al Berliner Morgenpost il 24 maggio. Le dichiarazioni del commissario hanno innescato un dibattito nell’ambiente ebraico locale e internazionale.
Come riporta il Jewish Journal, l’affermazione di Klein conferma la drammatica crescita dell’antisemitismo in Germania. Nel 2018 i crimini antisemiti sono cresciuti del 20%. 1,800 casi di odio anti-ebraico che spesso sono stati compiuti da individui legati ai movimenti tedeschi di estrema destra.
Come si può combattere l’antisemitismo in Germania? Klein ha sostenuto che serve maggiore sensibilizzazione sul tema: «Esiste una chiara definizione di antisemitismo – prodotta dall’International Holocaust Remembrance Alliance – e deve essere insegnata alla polizia nelle accademie. Insegnamento che dovrebbe essere incluso anche nella formazione degli insegnanti e avvocati».
Il rabbino capo della comunità ebraica di Berlino, Yehuda Teichtal, è intervenuto nel dibattito sulla kippah: «Le intenzioni di Klein sono buone, ma sappiamo che nascondere la nostra identità non è mai stata la soluzione».
«Ovviamente dobbiamo prendere delle precauzioni di sicurezza, usare le nostre teste e non entrare in luoghi che potrebbero essere pericolosi per gli ebrei», ha aggiunto Teichtal.
La replica di Rivlin: “Una capitolazione all’antisemitismo”
Il presidente dello stato di Israele, Reuven Rivlin, ha immediatamente replicato alle parole di Klein: «La responsabilità per il benessere, la libertà e il diritto alla fede religiosa di ogni membro della comunità ebraica tedesca è nelle mani del governo tedesco e delle sue forze dell’ordine. Riconosciamo e apprezziamo la posizione morale del governo tedesco e il suo impegno nei confronti della comunità ebraica che vive lì, ma i timori sulla sicurezza degli ebrei tedeschi sono una capitolazione all’antisemitismo e un’ammissione che, ancora una volta, gli ebrei non sono al sicuro in terra tedesca».
«Non ci sottometteremo mai, non abbasseremo mai il nostro sguardo e non reagiremo mai all’antisemitismo con il disfattismo. Aspettiamo e chiediamo ai nostri alleati di comportarsi allo stesso modo», ha specificato Rivlin.
Rav Arbib: “Bisogna continuare a vivere da ebrei”
Anche il rabbino capo della comunità ebraica di Milano, Rav Alfonso Arbib, ha rilasciato delle dichiarazioni in merito al dibattito sulla kippah al Corriere della Sera. «Il rapporto citato da Klein è eloquente. Gli episodi di antisemitismo in Germania sono cresciuti del 20% nel 2018, un dato che si inquadra in una situazione difficile in tutta Europa. In Francia registriamo episodi quotidiani», ha detto il rabbino.
Rav Arbib ha inoltre avvisato che la normalizzazione dell’antisemitismo può essere seriamente pericolosa: «L’antisemitismo è purtroppo un elemento della cultura europea. Oggi si torna a parlare di “complotto ebraico”: la prima accusa documentata di questa natura risale al 1144».
Qual è allora la strategia da mettere in campo contro l’antisemitismo secondo il rabbino capo di Milano? «Il modo migliore per combattere l’antisemitismo è continuare a vivere, in maniera normale, da ebrei».