Elezioni europee 2019. Vercelli: «Se il sovranismo cresce ancora, l’ebraismo europeo è a rischio»

Mondo

di Nathan Greppi
Per capire in che direzione sta andando l’Europa a seguito delle recenti elezioni, Bet Magazine – Mosaico ha sentito il parere dello storico Claudio Vercelli: “Trattandosi di elezioni europee, la prospettiva di valutazione dovrebbe essere continentale. La componente sovranista ha consolidato il suo seguito parlamentare a Bruxelles e Strasburgo ma non ha stravinto. Di fatto, la legislatura entrante, e la Commissione europea, rimarranno in mano agli esponenti delle forze politiche tradizionali: popolari, liberali, socialisti e verdi. Tuttavia, al di là del risultato nelle urne, si è aperta una crepa incolmabile tra europeisti e quella parte dell’elettorato invece molto sensibile ai temi populistici. Se non si metterà mano a riforme di merito, se l’Unione continuerà a dare di sé una immagine tanto tecnocratica quanto distante dalla collettività, quindi politicamente incompiuta, il rischio è che le forze sovraniste vedano incrementare i loro consensi. Per l’ebraismo europeo sarebbe questo un rischio troppo grande. Poiché in tali dinamiche, le minoranze nazionali rischiano sempre di rimare stritolate, indicate come causa delle crisi in corso. Si tratta di una storia non nuova in Europa. Dobbiamo guardare con attenzione e una qualche preoccupazione all’affaticamento delle democrazie sociali che stiamo vivendo.”

Claudio Vercelli
Claudio Vercelli

In merito al razzismo e all’antisemitismo, Vercelli aggiunge che “le mie maggiori preoccupazioni ruotano intorno al clima di esacerbazione dei risentimenti, al montare della rabbiosità, al senso di impotenza con la quale molti cittadini europei vivono i cambiamenti in corso, invocando l’intervento risolutivo di “capi” e leader capaci di fare miracoli. Le democrazie sono l’esatto opposto di questa deriva. Quanto all’antisemitismo, mi concentrerei su alcuni passaggi: il pregiudizio antiebraico che circola nel web; l’ostilità antigiudaica di una parte delle comunità della diaspora islamica; l’antisionismo, forma “perbenistica” del rifiuto degli ebrei; il ritorno della destra radicale, che intrattiene rapporti con forze di governo in Europa; il complottismo paranoide, come quello del cosiddetto «piano Kalergi», che interpreta i processi migratori in quanto prodotto di un progetto preordinato per la sostituzioni delle popolazione europee con elementi provenienti dall’Africa e dall’Asia musulmana; l’ascrizione degli ebrei e dell’ebraismo al novero dei «poteri forti».”

“Molti di questi sono temi non nuovi ma che trovano terreno fertile nella crisi della politica e nelle difficoltà economiche che attraversano società in cambiamento. In Italia, per il momento, concentrerei molto l’attenzione su quei gruppi dell’underground neofascista (e neonazista), che stanno comunque di nuovo radicandosi nei luoghi di socializzazione. Così come nel web. In loro, anche se a volte non immediatamente dichiarato, soprattutto per calcolo di convenienza, l’antisemitismo rimane un tratto incancellabile. Così come l’antisionismo. Hanno aperto da tempo una sorta di conflitto per la conquista del senso comune, soprattutto tra i giovani, nelle scuole. Confidano che una parte delle forze sovraniste garantiscano loro una cornice più favorevole d’azione. C’è di che pensare, quindi. E reagire attraverso una strategia di lungo periodo.”