di Nathan Greppi
“Il Labour è antisemita?” Questa domanda è il titolo di un documentario, mandato in onda dalla BBC la sera di mercoledì 10 luglio, in cui 8 ex-impiegati e dirigenti del Partito Laburista, compreso l’ex-segretario generale Iain McNicol, hanno accusato il capo del partito Jeremy Corbyn di aver ripetutamente scoraggiato ogni indagine interna al partito al fine di contrastare l’antisemitismo tra i suoi membri, che in questi anni è stato oggetto di numerosi scandali.
Secondo The Independent il documentario, che fa parte del programma televisivo Panorama della BBC, ha rivelato che Corbyn era in copia in una serie di email in cui il suo staff cercava di ostacolare le inchieste: in una, ad esempio, la segretaria generale del partito Jenny Formby avrebbe chiaramente detto di voler interferire in un’indagine relativa a un membro del partito che ha accusato gli ebrei di essere la causa dello schiavismo.
Sempre nel documentario ci sono testimonianze di discriminazioni avvenute nei confronti degli ebrei militanti nel partito: uno di loro, Joshua Garfield, ha raccontato di essere stato chiamato “sporco sionista” durante alcuni incontri.
Di norma le inchieste disciplinari all’interno del partito dovrebbero essere gestite indipendentemente dalla leadership del partito: tuttavia, secondo i testimoni le interferenze dall’alto sono considerevolmente aumentate da quando, nel 2015, Corbyn è diventato capo del partito.
La reazione (molto debole) del Labour
Il Labour ha risposto al documentario negando tutte le accuse, affermando che esse provengono da “ex-dirigenti frustrati… che hanno sempre osteggiato la leadership di Jeremy Corbyn.” Hanno aggiunto di aver sempre combattuto l’antisemitismo, e che Corbyn “ha ripetutamente espresso il proprio sostegno al diritto di esistere di Israele e alla soluzione dei due stati…perciò non vi è alcuna ragione di ridere per certe insinuazioni”.