di Paolo Castellano
Gli slogan e l’odio nazionalista contro gli ebrei, contro la comunità LGBT e gli stranieri sono approdati alla Sejm, il Parlamento polacco. La coalizione di estrema destra Confederazione (Konfederacja) farà parte del sistema democratico polacco nonostante sostenga ideologie neonaziste e neofasciste.
I risultati delle recenti elezioni in Polonia segnano dunque un rafforzamento del partito di governo Diritto e Giustizia (Pis), guidato da Jaroslaw Kaczynski, che ha incrementato i voti passando dal 37,6% al 43,8% di preferenze (Politico.eu). Il risultato è frutto di una campagna mediatica, che alcuni analisti hanno definito simile a quelle del tempo dei soviet e del comunismo, con promesse elettorali su bonus famiglia, lavoro e sovranità nazionale.
Per capire meglio la situazione politica della Polonia, Bet Magazine ha interpellato Francesco Cataluccio, scrittore, saggista ed esperto di cultura polacca, sul fenomeno dell’estremismo di destra nello stato dell’est Europa. Cataluccio sostiene che, negli ultimi anni, le formazioni neofasciste abbiano preso piede grazie a una tacita copertura da parte del partito di governo Diritto e Giustizia che non ha fatto molto per contrastare le spinte razziste e xenofobe. «I politici di estrema destra hanno molti consensi nelle zone orientali della Polonia. Come nella città di Białystok, ad esempio, dove sono attive diverse organizzazioni antisemite che protestano contro l’Europa, sostenendo che questa sia controllata e in mano al finanziere ebreo Georges Soros. In Polonia però ci sono pochissimi ebrei». Dunque l’estremismo sta nutrendosi anche dell’odio contro gli immigrati, cosa che ha così consentito l’ingresso in Parlamento dei neofascisti polacchi. Cataluccio sostiene inoltre che il nazionalismo estremo abbia trovato terreno fertile nelle tifoserie calcistiche più scatenate, i cosiddetti ultras, e nelle fasce di popolazione con un’alfabetizzazione molto bassa.
Alle urne il mese scorso, gli elettori polacchi non hanno dunque cambiato idea e hanno ridato fiducia a un governo sovranista, conservatore, cattolico ed euroscettico, nonostante gli illustri appelli come quello del premio Nobel per la letteratura Olga Tokarczuk, che pochi giorni prima del voto ha chiesto un cambio di marcia: «Per me queste elezioni sono le più importanti dalla caduta del comunismo: si deciderà se la Polonia dovrà allontanarsi dall’Europa e accantonare i valori democratici. Bisogna votare nel modo giusto».
In tale quadro politico, dove le opposizioni non sono riuscite a spodestare Kaczynski, emerge la questione della rappresentanza parlamentare di estrema destra di Confederazione, che è riuscita a superare la soglia di sbarramento del 5% (ha raggiunto il 6,8%) per poter occupare le poltrone della Sejm. «Siamo per lo più nazionalisti, difendiamo l’etnos polacco con le nostre idee», ha dichiarato Michal Urbaniak, capo regionale del partito Movimento Nazionale (Ruch Narodowy) che fa parte della coalizione Konfederacja e che ha uno stretto legame con i neofascisti italiani di Forza Nuova, in particolare con il leader Roberto Fiore. «Abbiamo deciso di stare insieme e di essere eletti insieme perché è più facile prendere almeno il 5% dei voti per sedere in Parlamento», le dichiarazioni di Urbanik riportate dal quotidiano statunitense The Christian Science Monitor. Il capo del Movimento Nazionale, il 34enne Robert Winniki, ha poi sostenuto pubblicamente che la Polonia deve smettere di cedere alle richieste di Tel Aviv perché “è una minaccia per gli interessi polacchi”.
Un autorevole quotidiano come il Guardian sostiene che l’ascesa dell’estrema destra in Polonia sia dovuta alla giovane età degli elettori. Gli under 30 appoggiano infatti le formazioni nazionaliste, e in alcuni casi anche quelle estremiste. Tuttavia il quotidiano inglese fa notare che tra le giovani generazioni esiste una spaccatura politica: le donne preferiscono un voto liberale o europeista, mentre gli uomini propendono verso un voto populista e sovranista. La spiegazione del fenomeno potrebbe risiedere nella preparazione culturale dei cittadini. Secondo le statistiche citate dal Guardian, le donne polacche sono infatti più istruite degli uomini.
Tuttavia, la divisione elettorale riguarda anche la disparità economico-sociale tra città e campagna. Come riporta The New Republic, nei centri urbani più sviluppati come Varsavia, Cracovia, Breslavia, Lodz e Danzica l’opposizione al nazionalismo è infatti più solida, mentre nelle campagne prevale un sentimento conservatore che trova il suo fulcro nella religione cattolica.
I gruppi estremisti di destra nutrono un forte rancore contro le strategie politiche dell’Unione Europea. Un rancore immotivato vista la pioggia di soldi e finanziamenti ricevuti. Ogni 11 novembre, in occasione del corteo per la celebrazione dell’indipendenza polacca avvenuta nel 1918, i neofascisti non se la prendono solamente con i burocrati europei con slogan tipo “Ieri è stata Mosca, oggi è Bruxelles a toglierci la libertà”, ma anche contro gli ebrei, accusati di controllare la finanza del Paese, e contro musulmani e omosessuali che – secondo loro – cercano di annientare l’identità polacca rifiutando i principi del cattolicesimo.
L’antisemitismo in Polonia è quindi stato al centro anche del dibattito sulla proposta di una controversa legge che avrebbe vietato la definizione di “campi di sterminio polacchi” in riferimento ai lager nazisti come Auschwitz. I trasgressori avrebbero rischiato tre anni di carcere. Dopo infuocate polemiche con Israele e Stati Uniti, il governo polacco ha fatto marcia indietro, promettendo di modificare la proposta di legge. Tuttavia i rappresentanti politici hanno sfruttato l’occasione per dichiarare che i polacchi non furono dei collaborazionisti, ma delle vittime del nazismo.
«Da un punto di vista semantico, è sbagliato dire che i campi di sterminio furono polacchi. Lo ha affermato anche la comunità ebraica polacca. Tuttavia, non si possono di certo nascondere le colpe dell’antisemitismo polacco, che ha radici più antiche. È assurdo pensare di combattere delle idee sbagliate con i processi penali. Le inesattezze vanno combattute con l’educazione e la cultura», ha affermato ancora Francesco Cataluccio.
Come ha riportato la Jewish Telegraphic Agency, nel 2018 il vice-procuratore Agata Gałuszka-Górska ha dichiarato che il numero di incidenti antisemiti è diminuito del 30% rispetto ai 112 del 2017 e ai 160 del 2016. Ciononostante, negli ultimi mesi si è assistito ad aggressioni, atti vandalici in luoghi ebraici e slogan antisemiti in alcune manifestazioni, anche politiche.
Nonostante le violente proteste dell’estrema destra polacca contro l’Europa, la Polonia riceve circa 8,9 miliardi all’anno dall’UE per rafforzare la propria economia. Secondo la testata The New Republic, il 72% dei polacchi non è affatto scontento di Bruxelles, anzi, la Polonia ha infatti il numero più alto di elettori che appoggiano le politiche europee. Emerge quindi un quadro profondamente schizofrenico della situazione nel Paese.
Certamente alcuni esponenti politici stanno cercando di porre un argine all’ondata della protesta di estrema destra. Donald Tusk, ad esempio, ex presidente del Consiglio d’Europa e rappresentante di Piattaforma Civica, ha espresso una posizione molto dura nei confronti del partito Diritto e Giustizia, definendolo un gruppo di “bolscevichi contemporanei” che dovrebbero essere sconfitti, soprattutto dopo l’approvazione di leggi che prevedono il pesante e invasivo controllo politico sulla magistratura e sulla sua libertà d’azione. Questa norma è stata condannata anche dall’Unione Europea che ne ha chiesto le revoca. Qualora ciò non avvenisse, potrebbero essere applicate delle sanzioni molto severe nei confronti del governo populista della Polonia che si appresta a guidare nuovamente il Paese.
Piattaforma Civica è infatti un partito di centro-destra con una convinta vocazione europeista e liberale. Fa parte del gruppo Coalizione Civica che ha ottenuto il 27,2% dei voti (il secondo raggruppamento della Polonia), superando la formazione di sinistra (Lewica) al 12,5% alle ultime elezioni. Luci e ombre attraversano rapide le pianure polacche. Basterà la memoria storica a dissolverle?
Foto in alto: una orribile tradizione popolare polacca prevede, il venerdì santo, l’impiccagione e le percosse a un fantoccio che vorrebbe rappresentare Giuda Iscariota, raffigurato con le fattezze di un ebreo ortodosso. Nella foto, la “cerimonia” nella cittadina di Pruchnik nel sud-est della Polonia, il 19 aprile di quest’anno.