di Paolo Castellano
Il 27 febbraio tre malviventi hanno aggredito un ebreo che passeggiava per le vie della sua città, indossando una kippah. L’episodio è avvenuto a Jaguariuna, una cittadina brasiliana di 50mila abitanti nello Stato di San Paolo. L’episodio è stato diffuso dai media brasiliani a cui la vittima ha rilasciato un’intervista, raccontando i dettagli della vicenda.
Il bersaglio delle violenze è stato dunque un ebreo di 57 anni, che si è convertito alla religione ebraica 30 anni fa. La vittima dell’aggressione ha raccontato ai giornalisti di aver ricevuto anche degli insulti antisemiti. I tre violenti gli hanno inoltre causato gravi danni ai denti, dopo avergli tolto la kippah dalla testa con un coltello da tasca.
«È stato tutto molto veloce», ha dichiarato l’uomo di fede ebraica ai media brasiliani. «Quando ho visto il primo aggressore, uno di loro mi ha subito bloccato in mezzo alla strada. Un altro mi ha poi dato un calcio nei testicoli, dopo avermi afferrato per il collo. Quando mi sono inginocchiato per il dolore, sono stato colpito da un pugno in pieno volto. Si sono rotti alcuni denti e la protesi dentale, causandomi una ferita in bocca», queste le parole contenute nella testimonianza della vittima.
L’ebreo di 57 anni ha poi aggiunto di non aver mai subito un attacco antisemita in vita sua, neppure quando viveva in Germania e nei Paesi Bassi. «Mi hanno detto che Hitler avrebbe dovuto uccidere più ebrei». L’uomo ha poi rivelato ulteriori particolari della sua aggressione: «La mia kippah è caduta per terra. Poi mi hanno detto che sarebbe stato peggio per me se l’avessi indossata di nuovo. Sono rimasto a terra sanguinante».
Come riporta Israel National News, i casi di antisemitismo sono rari a Jaguariuna che non ha neanche una sinagoga. Tuttavia, la polizia sta indagando sulla violenza che è stata considerata un crimine d’odio. «Questo è un grave atto di antisemitismo e di razzismo nella nostra società», ha dichiarato il 2 marzo la Federazione ebraica di San Paolo. «Stiamo lavorando per far luce sul caso e renderlo esemplare nella lotta contro la discriminazione, il razzismo e l’antisemitismo».